Ieri ho partecipato al CowoCamp 2013.
Instancabile, Massimo Carraro, un vero pioniere del movimento dei coworker in Italia, ha dato vita ad un evento di assoluta qualità.
Altissima intensità degli interventi e quel misto di vision, follia, ma anche giusto realismo che fanno si che il coworking possa rappresentare un futuro anche per il nostro Paese.
Ho avuto modo, in quella sede, di poter dare il mio contributo.
Chi mi segue sa che nella mia visione di smartcities i lavoratori nomadi e i coworker assumono un ruolo centrale.
L’esplosione dei coworking in ogni angolo d’Italia non è figlia della crisi e della precarizzazione del lavoro. La verità è che, in virtù dell’affermarsi dell’uso del mobile, del cloud computing, del social networking sta cambiando il modo di lavorare di milioni di persone.
Oggi c’é una grande domanda di luoghi dove poter lavorare in modo “decontestualizzato”.
All’opposto, la pigrizia culturale (non solo delle Pubbliche Amministrazioni) fa si che l’offerta sia ancora scarsa. Nonostante ciò le reti di coworking stanno crescendo.
Inoltre ci sono tutte le condizioni per poterci riappropriare del nostro lavoro.
Ciò può costituire un grande vantaggio per le imprese, per le pubbliche amministrazioni, per le persone.
Ho affermato, e ne sono certo, che una città non può definirsi smart se non ha promosso in modo strutturato la diffusione di spazi di cowrking. Anzi, ho affermato che presso le sedi di enti pubblici si potrebbero aprire in modo diffuso spazi di cowrking.
Questi spazi potrebbero essere luoghi di meticciato culturale e umano tra lavoratori pubblici e altri soggetti.
Pensate alla nobilitazione del telelavoro. Chi lavora in mobilità è la novità. Chi è radicato alla sua scrivania e all’orario fisso rappresenta il passato.
Visionario? Quanto basta, certamente. D’altronde noi coworker vogliamo indicare una strada per una città e un lavoro migliori.
il mio intervento è riassunto in una slide e tre concetti: “decontestualizzazione”, “reti di luoghi-luoghi in rete”, “reti di persone-persone in rete”.
2 risposte su “#CowoCamp2013 – I coworker e il futuro delle #smartcities”
Ti ringrazio per la citazione e – soprattutto – per la tua partecipazione ai lavoro di CowoCamp, a cui del resto non manchi mai.
Stiamo cercando, con Cowo, di affermare una modalità di condividere gli spazi lavorativi che sia utile sia per chi li offre sia per chi li condivide.
E se hanno scelto il programma Cowo in 77 da 45 città… qualcosa vorrà pur dire!
Un saluto e a presto
Max
[…] concreto che ogni buon amministratore dovrebbe avere, ha già pubblicato il suo intervento e quindi eccolo qui. Mi piace la sua sintesi che spesso rovescia il punto di vista e ci fa sentire come la natura del […]