Chiamatele città intelligenti, chiamatele smart cities, in realtà stiamo discutendo del futuro delle aree urbane italiane.
Non siamo Mazdar City, non siamo Rio de Janeiro, non siamo Amsterdam. Siamo in Italia, abbiamo da affrontare le peculiarità che lo sviluppo urbano in Italia ha assunto nel corso dei secoli.
Una platea di giovani assessori all’innovazione ha animato la Smart Cities Exbition, ma oggi c’é bisogno di metodo e di una rinnovata capacità di risolvere problemi dei cittadini e delle imprese.
Il dibattito sulle smart cities si sta sviluppando ormai da qualche anno suscitando alterno interesse.
Una tendenza, limitante, è quella di creare graduatorie tra le città più o meno smart. È mia convinzione che l’essere “smart city” non sia un obiettivo da raggiungere o il frutto di una somma stocastica di innovazioni I.C.T..
Semmai, una governance cittadina dovrà essere in grado di gestire costantemente i processi di innovazione indotti dalla diffusione delle piattaforme WEB e delle infrastrutture I.T..
Inoltre in Italia le Amministrazioni devono affrontare i processi di digitalizzazione frutto dei cambiamenti legislativi.
Poiché nel mondo contemporaneo la competizione economica e sociale avviene sempre di più tra le aree urbane, sarà interesse di una governance cittadina gestire e incentivare i processi di innovazione generati dal digitale.
Più che redigere discutibili graduatorie (che pure sono necessarie per sviluppare una sana competizione tra città), è mia convinzione che le governance cittadine debbano essere dotate e debbano impossessarsi di strumenti che consentano di stabilire i punti di forza e di debolezza e di monitorarli costantemente dandosi degli indicatori non solo quantitativi.
Per sviluppare questa attività è però necessario stabilire una base di partenza.
Il lavoro che propongo da tempo (anche attraverso Connected City Council) è una procedura di “assessment” per consentire l’analisi di un territorio cittadino monitorandone le diverse attività “smart”.
La procedura di assessment ha caratteristiche di estrema flessibilità, poiché sono convinto che ogni città possa e debba essere “smart” in un modo radicalmente diverso dalle altre.
Ciò vale soprattutto in Italia viste le caratteristiche e vista la storia delle città del nostro Paese.
A partire poi dai limiti evidenziati attraverso l’assessment (o dai punti di forza) le Amministrazioni predisporranno le azioni necessarie per sviluppare e per consolidare nel tempo le azioni“smart ”.
La procedura di “assessment” va considerato come un work in
L’attività andrà quindi costantemente modificata, adattata alle diverse realtà urbane e perfezionata anche alla luce di una “innovazione digitale” in costante sviluppo.
IL TERRENO DI INDAGINE
La procedura di “assessment” è stata concepita ispirandosi a tre principi.
- L’analisi delle precondizioni (infrastrutturali, culturali, istituzionali) che sono la base (sine qua non) per realizzare i processi di innovazione digitale;
- La verifica delle politiche “smart”, secondo i parametri elaborati dal Politecnico di Vienna. Ciò che ci interesserà evidenziare non sono tanto i singoli risultati ottenuti, quanto piuttosto le interazioni che si stanno realizzando tra i diversi indicatori.
- Ognuna delle due fasi precedenti, nel loro sviluppo, ha al centro la verifica dell’evoluzione delle interazione tra le persone nelle istituzioni, nelle imprese, in tutto il tessuto urbano. Parliamo di interazioni, perché il digitale sta mutando la qualità e le modalità interattive.
Le precondizioni infrastrutturali, istituzionali e culturali nell’epoca dell’I.C.T. sono quelle che consentiranno, nel loro divenire, lo sviluppo delle politiche di gestione dell’innovazione “smart”.
Le politiche “smart” sono i contenuti politico/programmatici che una qualsiasi amministrazione dovrebbe sviluppare per essere innovativa, indipendentemente dalle potenzialità che le tecnologie I.T. consentiranno di sviluppare.
Il risultato finale “Smart assessment”, sarà il frutto della interazione tra informazioni/conoscenze già in possesso dell’Amministrazione Comunale e informazioni in possesso degli stakeholders.
Oggi queste informazioni (spesso digitalizzate) sono separate tra di loro. Le politiche degli OPEN DATA devono trovare linfa vitale nel raggiungimento di questo obiettivo.
Sappiamo però che l’acquisizione di questi dati (conoscenza) sarà frutto di una attività di negoziazione tra parti e soggetti diversi.
Allo scopo ho predisposto alcuni schemi sulla negoziazione e sui diversi aspetti della negoziazione.
Sarà anche questo un lavoro in progress da parte dell’Amministrazione, non sempre soggetto a normative chiare e in costante evoluzione. (eccesso di legificazione).
Propongo di adottare per sostenere il processo negoziale tecniche che derivano dalla “gamification” e in particolare il Lego®SeriousPlay® .
La finalità sarà quella di suscitare “energie sociali” e pratiche improntate alla sussidiarietà.
L’assessment finale sarà così il frutto di un confronto tra l’Amministrazione e i proponenti. La percezione che una Amministrazione (una Città) ha di sé stessa non è sempre quella reale spesso é improntata alla autoreferenzialità.
L’assessment dovrebbe essere inoltre condiviso grazie ai social network utilizzati in modo consapevole, presentato e discusso con i city user e con gli stakeholders.
Come si vedrà, soprattutto sul versante dell’egovernment, sarà possibile procedere, attraverso attività finalizzate e sviluppare pratiche e procedure che migliorino la qualità delle interazioni tra l’Amministrazione, gli stakeholders economici, i city user.
Tali pratiche consentiranno ad una Amministrazione, ma anche agli stakeholders economici, di fornire prodotti e servizi “digitalizzati”,
Una parte rilevante delle attività proposte é dedicato allo sviluppo dell’alfabetizzazione digitale dell’intero territorio urbano così da creare le condizioni per una fruizione consapevole dell’I.C.T..
Il principio ispiratore dell’attività di alfabetizzazione digitale proposto é “ad ognuno il contenuto web che gli é utile”.
Si propone inoltre di redigere in ogni territorio una Agenda Digitale, il documento guida per guidareiI processi di innovazione I.C.T..
Ciò che mi propongo é di dare un metodo alle Amministrazioni, di guidarle in un compito difficile adottando un atteggiamento organico e olistico.
Volete bere un caffé con me e parlare di smart cities????
I due testi scritti da Michele Vianello ed editi da Maggioli costituiscono inoltre il corollario teorico, scientifico e pratico dell’attività di assessment e di alfabetizzazione digitale di un territorio.