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Codice dell'Amministrazione Digitale

10 consigli al Sindaco per realizzare un buon sito istituzionale e non cadere nei tranelli.

Michele Vianello - agenda digitale - egovernment

Stiamo tutti a discutere di agende digitali, egovernment, smart city.

Assistiamo ad una rincorsa di tutti i comuni ad aprire (gestire è un’altra storia) una pagina su Facebook, un account su Twitter. Instagram, poi, spopola.

Eppure ci dimentichiamo che la più importante vetrina sul web di un Comune (di una Istituzione Pubblica) è il “vecchio”, “buon” sito istituzionale. Vi ricordate le vecchie reti civiche???

Osservo per mestiere molti siti dei comuni italiani.

Onestamente, spesso mi viene da piangere. Sono dei bei “minestroni misti in salsa digitale”. Eppure sono il primo indicatore della disponibilità e della capacità a comunicare tra le Amministrazioni e i cittadini. Più che i social network sono i siti istituzionali l’indice di apertura di un comune.

Quasi sempre sono siti pretenziosi, insufficienti nei servizi forniti, ovviamente disabitati di cittadini.

Quelli che seguiranno sono alcuni consigli/principi per realizzare un buon sito istituzionale, utile alla cittadinanza e quindi vissuto.

michele vianello egovernment

  1. L’ultima cosa della quale preoccuparsi sono le prescrizioni del C.A.D.. Nella loro farraginosità le leggi vanno rispettate (ovviamente), ma non sono il punto dal quale partire.
  2. La responsabilità del sito non va attribuita ad un informatico, sia esso il responsabile del CED o il fornitore di servizi informativi. Gli indirizzi per la realizzazione di un sito sono, prima di tutto, politico/istituzionali. Gli informatici poi realizzeranno bene, come spesso sanno fare, questi indirizzi e le volontà politiche.
  3. Un sito non è il frutto di un obbligo di legge. Un sito, prima di tutto, è un servizio che si offre ai cittadini, ed è da questo principio che bisognerà partire.
  4. Affinché sia visitato dai cittadini un sito deve essere allora un luogo che fornisce servizi utili. Un sito deve essere concepito come uno strumento per rendere “la vita più facile ai cittadini”.
  5. Per offrire servizi utili e di qualità ascoltate, prima le opinioni dei destinatari. Priorità e linguaggi non saranno quelli dettati dalla struttura organizzativa del Comune.
  6. Un sito non potrà allora rappresentare la digitalizzazione dell’esistente. La digitalizzazione dell’esistente è il prendere la struttura burocratica (comprese storture e perversioni) e portarla sul web.
  7. I servizi offerti attraverso un sito avranno successo se, parallelamente, si muterà la struttura organizzativa e la cultura dell’Ente.
  8. Egualmente, la dematerializzazione nei Comuni (nella Pubblica Amministrazione) avverrà se parallelamente si muterà la cultura e la struttura organizzativa dell’Ente. Le piattaforme informatiche sono solo un dettaglio.
  9. La trasparenza non c’entra nulla con gli open data. Questa osservazione è rivolta più ai miei amici innovatori che ai Sindaci e ai Segretari/Direttori Generali.
  10. Verificate e monitorate con periodicità il successo della vostra attività di apertura alla società. Sul web ci sono tutte le piattaforme necessarie per l’attività di monitoraggio. Sul web invece non c’è la cultura per leggere correttamente il risultato del monitoraggio.

 

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