Di seguito la mia relazione al Seminario.
Il tema che mi è stato affidato è quello del rapporto tra i Parchi Scientifici e Tecnologici e le aree urbane.
Come vedrete ho sviluppato molto il tema delle “Smart Cities” e come il WEB possa contribuire in modo decisivo allo sviluppo intelligente delle Città.
Mi piacerebbe molto ricevere anche le vostre osservazioni.
1 risposta su “La mia relazione al “IV Seminàrio de Tecnologias Estratégicas BRASIL e ITALIA””
“In Cerca di Una Nuova Vita” . Si chiama così il catalogo della Mostra allestita quest’inverno al Museo Italo Americano di San Francisco a Fort Mason. L’ho preso lo scorso agosto e lo leggevo ieri sera tornato a Genova.
Quello che i nostri emigranti , da molte regioni italiane sono stati capaci di fare in California, partendo dal Porto di Genova , stipati su piroscafi che non partivano finchè non erano pieni, è prodigioso e segno della nostra capacità italiana di costruire.
Poi sono venute la seconda e terza onda di emigrazione della metà del Novecento e degli anni settanta, quella tecnologica. La terza onda che ha portato là- in quella ormai già diventata la Silicon Valley grazie alla Stanford University e ad aziende come HP- alcuni nostri cervelli: Federico Faggin, Pierluigi Zappacosta, Alberto Sangiovanni Vincentelli, Mario Mazzola, Roberto Crea….nomi che hanno contribuito all’origine di colossi della tecnologia di oggi, rispettivamente Intel, Logitech, Cadence, Cisco, Genentech.
Ma quello che a mio avviso è prodigioso e va raccontato è quanto accade da 5 anni, grazie a Internet: la migrazione , nei due sensi- Italia USA- delle idee e delle conoscenze.
Internet, l’enorme piroscafo dei nostri tempi, con spazio infinito senza orari di partenza e arrivo. Nel 2005 il mio incontro- grazie al Sole 24 Ore – con Jeff Capaccio: io ingegnere con il networking al posto del sangue, Jeff avvocato americano, figlio di una coppia partita da Genova nel 46 con uno di quei piroscafi.
Jeff realizza SVIEC, tra 400 Executive italiani in Silicon Valley- tra cui i guru di cui sopra- e grazie a SVIEC nasce il primo Silicon Valley Study Tour per 11 ragazzi- 9 maschi e 2 femmine- dell’Università di Genova e del Politecnico di Torino, nell’agosto 2005.
Il miracolo della migrazione delle idee è partito. Poco dopo, nel 2006, nasce Baia, con il suo social network di 1000+ Membri tra l’Italia e la Silicon Valley, quindi nel 2007 Mind The Bridge e nel 2008 http://www.bridgestoitaly.org 1000+ Membri tra Italia e Usa con particolare focus su ricercatori e scienziati .Tutti e quattro- SVIEC, BAIA, Mind The Bridge e Bridges To Italy- nati in California per volontà di quattro italiani di origine, tutti genovesi, Matteo D’Aste, Marco Marinucci, Bianca Dellepiane gli altri tre dopo Jeff Capaccio, genovese di radici famigliari.
In Italia con l’Associazione La Storia nel Futuro che ho fondato nel 99 a Verbania ma che è sbarcata nel 2005 in California grazie a SVIEC aumentano i soggetti di questo bridge delle idee: il Social Network http://www.siliconvalleystudytour.com 700+ Membri riunisce 100 Membri di SVIEC ed i ragazzi che seguono le conferenze di cultura di impresa nelle Università partner de La Storia nel Futuro: Genova , Politecnico di Torino, Bologna, Piemonte Orientale, Roma Tre… le Università; Gianni Vernazza, Paola Girdinio, Francesco Profumo, Miretta Giacometti, Roberta Rabellotti, Carlo Alberto Pratesi, Paolo Merialdo sono i docenti che per primi hanno creduto in questo modello di scambio, così diverso dalla formazione tradizionale…così entusiasmante per gli studenti, che ormai in 100 sono arrivati in Silicon Valley con il Silicon Valley Study Tour in sei anni, e successivamente fondato start up in Italia e/o fatto internship in USA. Presto l’Università di Padova lo IED di Milano e altri Atenei si uniranno al progetto.
Intanto alla business plan competition http://www.mindthebridge.org hanno partecipano oltre 200 start up italiane in 4 anni e oltre 15 hanno trascorso un periodo, il Gym, in Silicon Valley per crescere verso il modello globale che ha in Fabrizio Capobianco di http://www.Funambol.com il suo Mentor (un azienda open source realizzata e gestita tra l’Italia e la Silicon Valley). Ma molti altri sono i modelli con cui le start up italiane vengono a contatto, tutti gestiti da italiani: Digital Keystone- tra California ed Europa, fondata da Paolo Siccardo, CaceTech- tra California e Torino- lanciata da Loris Degioanni, Mashape di Augusto Marietti, 22 anni, da Milano alla Silicon Valley, la più giovane di tutte solo altri tre esempi.
Intanto in Italia nascono e crescono aziende- Aizoon, Neptuny, M31, HFarm, DPixel, The HUB, Creonomy, Shicon, Phascode….- che hanno nel DNA il bridge tra i due mondi Italia e Usa. E 40 manager e imprenditori di ritorno da una visita alla Kauffman Foundation organizzata dall’Ambasciata USA a Roma , fondano nel 2008 Italian Angels for Growth, per investire in nuove idee nascenti da questo processo.
Il Fulbright Best Program dell’Ambasciata USA porta, dal 2007, in Silicon Valley per 6 mesi oltre 40 Phd italiani per un Master in Entrepreneurship, ragazzi che poi tornano e realizzano in alcuni casi start up.
La Singularity University di Mountain View, vede ben 7 italiani , tra cui ex Best come Chiara Giovenzana, su 80 da tutto il mondo, selezionati per partecipare al 2° “Exponential Technologies Executive Program”, conclusosi il 27 agosto 2010 nei grandi hangar del Nasa Ames Research Park. Ragazzi coi quali abbiamo deciso di rivederci a Milano a The HUB- altro prodotto di questo bridge- di cui Eric Ezechieli (Singularity) e Nicolò Borghi (amministratore del SVST.com) sono tra i fondatori.
Ma tante altre iniziative nascono e crescono con questa attenzione al bridge delle idee: l’Acceleratore di Milano, I3P di Torino, Innovation Lab di Collegio di Milano e quello delle Facoltà di Economia e Ingegneria di Roma 3, Working capital di Telecom Italia, i 1000+ Membri di StartupBusiness oggi gestito da Intesasanpaolo, fondato da Emil Abirascid- il giornalista “voce”di questo fenomeno, insieme a Roberto Bonzio, giornalista di Reuters, inventore di Italiani di Frontiera.
Inoltre nascono iniziative di incontro tra innovatori come Startup Weekend, Frontiers of Interaction di Leandro Agrò- un altro pioniere, dell’internet of things- Upstart di Stefano Bernardi.
E in questi anni nasce infine l’Istituto Italiano di Tecnologia con sede a Genova e laboratori sparsi sul territorio italiano, che ha oggi 500+ ricercatori provenienti da tutto il mondo e con collaborazioni internazionali forti che includono anche Berkeley. Da gennaio 2010 annovera tra i cinque componenti del Consiglio Esecutivo Alberto Sangiovanni Vincentelli.
Cinque anni di migrazione ininterrotta di idee, molte migliaia di persone coinvolte, oltre il 90 % con meno di 30 anni, un movimento che si incontra su Facebook e si interseca tra oltre una decina di blog.
In Cerca di Una Nuova Vita, ma con una nave molto più veloce e sicura di un tempo. E non necessariamente per partire, ma per creare in Italia progetti che si muovano nel Mercato Globale.
Non credo che in altri Paesi del mondo internet sia stato strumento tale da far crescere una generazione in chiave globale, quella italiana tra i 18 e i 30 anni, grazie all’esperienza di una precedente generazione artefice dello sviluppo della tecnologia mondiale in Silicon valley.