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Ancora “spigolature” sul MIT e sull’innovazione in Italia…

Sempre rischiando di apparire un provinciale colpito dalle virtù del “Nuovo Mondo”…

Un concetto che mi ha affascinato particolarmente è quello secondo il quale nella progettazione di nuovi edifici (tecnologie comprese) la flessibilità deve essere il fattore trainante.

Poiché il nomadic segnerà molto presto il futuro del lavoro non ha senso progettare le solite strutture fisse, il classico direzionale.

La flessibilità degli spazi e la connettività pervasiva segneranno il destino di tutte le nuove edificazioni.

Divertente: ho visto al MediaLab un divano/robot (non saprei definirlo diversamente) che si sposta teleguidato (non so se il termine sia corretto) di stanza in stanza.

Sembra il ragno robot (scimpa ragno) dei cartoni animati di mio figlio. Diciamo allora che potrebbe essere un prodotto che mi interessa da sviluppare.

Alla faccia di quelli che in Italia pensano che Facebook e gli altri media siano allegre sciocchezze per ragazzini. Al MediaLab si studia molto il futuro dei social media e come questi possano influire sulla Smart City.

Potete immaginare la mia gioia. Non sono da solo a studiare il social data e come influirà sul futuro delle Smart City.

A proposito di social media, ad Harvard una gentilissima bibliotecaria ci ha indicato uno dei possibili dormitori in cui Mark Zuckerberg ha ideato Facebook. Quei dormitori sono i nuovi luoghi di culto dell’epoca moderna.

n.b. ad Harvard si sono laureati 8 Presidenti degli Stati Uniti.

In un precedente post mi è stato fatto osservare che Cambridge e Harvard (come altri luoghi degli USA. d’altronde) sono eco sistemi d’innovazione.

Vero, la foto qui sotto rappresenta un cestino per la raccolta differenziata il cui coperchio si apre automaticamente alimentato da una batteria solare.

La prossima volta vi racconto perché sono andato al MIT…..

 

 

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