Che ci sono andato a fare al MediaLab?
Assieme ad un gruppo di collaboratori (ottimi e oggi ancora di più motivati) sono andato a presentare un progetto e a cercare ulteriori idee per la realizzazione di un edificio intelligente.
Un edificio intelligente, direte voi, cosa intendi?
Stiamo sempre ragionando sul filone della ricerca e delle realizzazioni per costruire una Smart city.
Lo ripeto ormai in ogni dove: una città intelligente non è la somma meccanica di oggetti intelligenti, per quanto avanzati tecnologicamente essi siano. Una città intelligente è il frutto di dialoghi e di relazioni olistiche.
Le relazioni devono avvenire tra le persone, tra oggetti, tra uomini e oggetti.
La diffusione massiccia della rete consente la diffusione e il moltiplicarsi di relazioni e di dialoghi di cui mai aveva goduto il genere umano.
Un edificio può raggiungere alti livelli “di intelligenza” nella misura in cui si relaziona con altri edifici, e nel momento in cui la sua intelligenza è alimentata dai nostri dialoghi (dai dialoghi chi lo abita, meglio di chi lo vive), nel momento in cui condivide con una comunità (mette in comune) i risultati dei processi virtuosi generati dalle persone e dalle cose ad es. nel raggiungimento di standard di efficienza energetica o, più in generale, di sostenibilità ambientale.
Fantascienza? No.
Nuntio vobis, il Vega sta progettando un edificio con queste caratteristiche. Vi posso garantire che non sarà semplicemente un pilot, anche se parteciperemo a molte call europee destinate alle smart cities.
Diciamo che sarà il frutto dell’osmosi tra le politiche di sostenibilità ambientale e l’uso spinto della domotica in un ambiente di lavoro.
Attorno a questi temi abbiamo chiesto la collaborazione del MediaLab.
Se sono rose…….
Osservazione finale, nonostante ciò che ho scritto in alcuni post, anche in Italia, ad alcune condizioni, si può fare innovazione di eccellenza.
Incrocio le dita e, speriamo bene.