In queste ore si discute sulla manovra e sul modo di uscire dalla crisi.
Di fronte al pericolo recessione si insiste, giustamente, perché assieme ad inevitabili tagli si adottino misure che favoriscano la crescita.
Non è solo l’Italia che discute, l’intero occidente teme che il contenimento della spesa pubblica -inevitabile- generi recessione.
Questa mattina il Sole 24 ore ha pubblicato i dati resi pubblici dall’Ufficio Studi di Mediobanca sui bilanci delle aziende italiane nel primo semestre 2011.
I titoli degli articoli pubblicati danno una visione non negativa delle aziende italiane (“I ricavi delle aziende tornano ai livelli pre-crisi”).
In realtà ciò vale solo per alcune tipologie di aziende. Le industrie storiche, tradizionali presentano dati pesantemente negativi.
Colpisce che anche settori come quello dell’elettronica, che in altri Paesi guidano la ripresa, presentino performance assolutamente negative.
La crescita in Italia passa non solo per per una ripresa della spesa pubblica (ovviamente diversamente finalizzata e resa produttiva), e dei consumi, ma soprattutto per un ammodernamento dell’impresa italiana.
Le tabelle pubblicate più sotto indicano al di là di ogni parola lo stato “difficile” delle nostre imprese.
Riporto un passaggio dell’articolista (Morya Longo) “…la crescita è legata all’aumento delle vendite non in Patria, ma sui Paesi emergenti. Come dire: dal guado stanno uscendo le imprese non il Paese”.
Peccato che si stia discutendo d’altro. Auguri Italia.