In questi giorni di crisi di profonda del Paese e di grandi dibattiti sull’innovazione vedo trascurare, o affrontare in un modo eccessivamente tradizionale il tema del digital divide.
Spesso ci si affeziona troppo alla terminologie. Non si scava, non si approfondisce, non si va alla radice dei problemi.
Il senso comune vuole che il digital divide sia riconducibile alla carenza di infrastrutturazione fibra ottica (banda larga), nel nostro Paese. Il dato evidenziato è vero. E’ drammatico, non si discute. Se l’analisi si fermasse lì sarebbe insufficiente.
Il digital divide è anche culturale.
A differenza di quanto si afferma il digital divide culturale non è solo un dato generazionale. Ad esempio sono convinto che nelle imprese italiane il digital divide inteso come gap culturale sia diffusissimo.
Tantissimi giovani che vanno in rete con grande frequenza ed usano abitualmente i social network sono ignoranti rispetto alle potenzialità che il web offre.
Il digital divide è quindi un tema culturale, oltre che di assenza di infrastrutturazione.
Infrastruttura e cultura nell’uso della rete, sviluppo di contenuti adeguati all’accessibilità facile. Sta tutto insieme.
Come si manifesta il digital divide in una città è un tema che va approfondito anch’esso. Anche in questo caso stanno insieme fattori infrastrutturali, culturali e sociali.
Ho scritto altri quattro punti del manifesto di idee per la Città Intelligente per approfondire questo aspetto del problema.
Provate a leggerli e a commentarli.
Naturalmente valutateli nell’ambito del Manifesto.
Attendo ansiosamente vostre idee e utili contributi.
9) L’infrastruttura a fibra ottica è un fattore abilitante indispensabile nella chat city. La possibilità di connettersi al web è ciò che determina le nuove diseguaglianze sociali L’accesso a Internet è un “moderno” diritto di cittadinanza.
10) Un “personal computer” in ogni casa è un “diritto” del passato.
11) Un tablet, un portatile, uno smart phone ad ogni persona (individuo) è un “investimento” per il futuro. Un accesso ad Internet in ogni luogo fisico è un “investimento” per il futuro.
12) La formazione ai cittadini per accedere alla rete non è insegnare a digitare “http://www.qualche cosa..”. Insegniamo a cercare e ad usare i contenuti che la rete ci mette a disposizione, insegniamo a condividere la conoscenza. Insegniamo a chattare. Insegniamo ai programmatori a sviluppare “apps” che favoriscano l’accessibilità “semplice” al web. Insegniamo a programmare per le persone di ogni età, di ogni ceto sociale, di ogni livello culturale.
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