La notizia del giorno (v.La Repubblica e Il Corriere della Sera) è che due terzi degli italiani per trovare un lavoro si fa raccomandare. Spesso si fa raccomandare dai genitori.
Mi chiedo: dove sta la notizia? E’ la solita Italia familistica e cialtrona.
E’ la solita Italia dei trentenni che si fanno accompagnare ai colloqui di lavoro dai genitori (o viceversa), è l’Italia immobile socialmente, è l’Italia degli ordini professionali ecc.ecc.
E’ l’Italia dei Sindacati che difendono i diritti ottocenteschi.
In questi giorni sto insegnando a persone di “una certa età” (non me ne vogliano) ad usare Linkedin.
A cosa servono le raccomandazioni, quando la capacità di usare i social media ti può portare a confrontarti, anche per la ricerca del lavoro, con community di milioni di persone e migliaia di aziende.
A volte non è il posto fisso da tanti agognato, magari nella Pubblica Amministrazione. E’ un mondo fatto di lavori, dove il tema precarietà va riletto e riqualificato.
Va abbandonato il modello di vita “immobile” e “garantito” offerto dai genitori. Il mondo che si apre ai nostri occhi è un altro.
Il resto sono chiacchiere e difesa delle corporazioni.
Aggiungo alcune slide che ho preso da Slideshare (datate fino ad un certo punto) che illustrano tutte le opportunità offerte da Linkedin.