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Lettura non convenzionale della quotazione di Facebook-E’ iniziata la competizione per i “data”

Francamente mi interessa relativamente il “valore in sé” della quotazione di Facebook.

Certo, ci lascia stupiti: 38,18 euro per azione.

Perché questo valore. E’ interpretabile secondo i criteri correnti?

“Il mondo guarda con stupore alle cifre del collocamento: la capitalizzazione vale 103 volte gli utili. E si interroga sulla sostenibilità  del modello di business.” scrive il Sole 24 Ore.

Cosa vale così tanto? Su che cosa scommettono gli investitori.

Sicuramente contribuisce l’enorme indotto generato dall’economia Facebook (v.ad es. lo studio di Deloitte).

Però, più ci penso, e più sono convinto che si sia aperta ufficialmente l’epoca della valorizzazione dei “data”. Anzi dei “Big data”.

Va abbandonata definitivamente l’idea che il valore di un’azienda (almeno alcune tipologie) sia data dai beni “tradizionali”.

Ciò su cui scommettono i grandi investitori sono i “data” prodotti dai nostri dialoghi sulle piattaforme social.

Nel caso di Facebook quasi un miliardo di persone di tutti i Paesi, le razze, le religioni.

Le materie prime tradizionali (petrolio, acciaio ecc.) saranno sempre di meno l’oggetto della competizione.

I “data” trattati e gestiti saranno la materia prima del prossimo millennio.

1 risposta su “Lettura non convenzionale della quotazione di Facebook-E’ iniziata la competizione per i “data””

Al momento, IBM pare sia l’unica che stia facendo soldi con i big data (con Watson e le appliance dove gira Netezza), e li fa utilizzando “anche” i dati di FB,TW, Google, Myspace etc., più un mare di dati di marketing (interni alle corporation) e quelli che provengono da aziende che (anche prima di Internet) raccoglievano e vendevano miliardi di dati sui consumatori, compresi quelli finanziari.
Quindi, siccome sembra improbabile che Z, pur seduto su una montagna di cassa, possa recuperare il gap tecnologico con mamma IBM, l’idea che possa entrare in questa arena potrebbe essere poco praticabile visto che mamma IBM, anche lei seduta su un mare di dollari, acquista tutto quello che a che fare con analisi di big data.
Quella di Z è una bella sfida.
Ci sarà da divertirsi.

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