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Superficialità, illusione e “Social Network”

Guardate il trailer del film “The Social Network”.

Tra le motivazioni del giovane Zuckerberg mi colpisce questa: “Voglio prendere la vita sociale dell’università e metterla in rete”.

La vita sociale va sul web. Ecco ciò che ci muove.

Ma, il mettere “la vita sociale sul web”, può generare utili, profitti, posti di lavoro. Meglio, è un sistema di relazioni che va sul web che può generare profitti, business; che può cambiare l’economia.

Ho gia scritto (Facebook?”disruptive?”) sul blog degli effetti che un social come Facebook -o una realtà come Google- può avere sull’occupazione e sull’economia.

Un recente report pubblicato da Gartner da l’idea della crescita del giro d’affari generato dal mondo social.

Tuttavia raccomando vivamente di non coltivare false illusioni, soprattutto tra i più giovani.

Vedo troppi entusiasmi -alimentati dai soliti pezzi giornalistici “di costume”- tra chi ritiene che basti possedere un buon algoritmo per essere l’anti Facebook, il nuovo Twitter ecc.ecc..

Vedo troppi apprendisti stregoni che si presentano alle aziende e gli promettono di incrementare il loro giro d’affari, “vendendoli bene” sui social.

Insisto, un social (o l’attività di advertising sui social) non è un algoritmo, è cultura. Un social è storia, è letteratura, è algoritmi, è un insieme di competenze, è il mondo.

Un social di successo è quello che fa parlare generi umani di cose che gli interessano.

 

1 risposta su “Superficialità, illusione e “Social Network””

Caro, condivido ma il web è uno strordinario moltiplicatore per illusioni e emozioni umane che nella vita reale sono frustrate da insicurezza, timidezza tabù e il duro scontro con la realtà.
Su FB ogni perfetta nullità può sentirsi grande ed esibirsi con molti spettatori e comunque essere più felice. Basta solo saperlo.

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