… fosse vero quanto descritto da Valentina Santarpia nell’articolo “Tablet e lavagna interattiva. La scuola 2.0 di Brindisi”.
Ci troveremmo per una volta di fronte a persone che non confondono gli strumenti e le tecnologie con le persone.
Si parla di docenti che riscrivono i testi scolastici usando metodi di collaborazione (Book in progress), di scuole in rete usando le lavagne, di banchi interattivi.
Spero solo che le dichiarazioni di Giovanni Biondi del MIUR siano state male intese: “…classi 2.0, cioè classi dove tutti gli alunni sono stati dotati di minicomputer per interagire con la lezione in tempo reale”. Fuochino…siamo vicini, ma le filosofie 2.0 sono altro.
Va bene lo stesso, siamo in agosto!!!
2 risposte su “Scuola 2.0…fosse vero…”
[…] La scuola 2.0 di Brindisi”. Al momento in cui scrivo è menzionato (fra gli altri) da Michele Vianello e il testo completo l’ho trovato solo qui su Blog NCC […]
Agosto o no, è scandaloso che dopo 7/8 mesi di domande senza risposta su più fronti, ma sempre online, ancora ci siano giornalisti che ripetono a pappagallo i comunicati stampa di Book in Progress senza approfondire. Vedi http://stop.zona-m.net/it/2012/08/anche-il-corriere-scrive-a-senso-unico-di-book-in-progress-perche/