Ogni giorno veniamo bombardati, meglio stupiti, da notizie che ci riferiscono di scarpe che parlano con le persone, di frigoriferi che parlano con i cartoni del latte. I nuovi occhiali di Google (realtà aumentata) sono frutto di Internet of Thinghs.
Niente di straordinario, è il mondo degli oggetti parlanti. Oggetti indirizzati IP (Internet Protocol) che comunicano informazioni.
Io stesso ho contribuito ad ideare un edificio (Pandora) dove gli oggetti parlano.
Le applicazioni possono sembrare banali, ma in un prossimo saranno fonte di realizzazioni straordinarie nella medicina, nella domotica, nella mobilità ecc..
L’importante è che ne siamo consapevoli e che comprendiamo che il valore di Internet of Things non è tanto la quantità di sensori di cui è disseminata una città, quanto piuttosto dei dati (della conoscenza) che viene generata dalle interazioni tra gli oggetti e tra gli uomini e gli oggetti.
Questo è uno dei fondamenti della smart citY.
