Spesso mi viene chiesto di indicare best practise nella realizzazione di percorsi “smart”.
Come ben sapete evito di consigliare particolari tecnologie o software.
Mi sto dedicando molto alle metodologie, ovvero al processo di coinvolgimento delle persone (dei city user) nel processo di costruzione delle azioni smart in un’area urbana.
Vorrei qui segnalare la straordinaria attività realizzata dal quotidiano l’Eco di Bergamo.
Spesso i giornali “cartacei” sono indicati come un luogo di conservazione verso l’uso delle tecnologie I.T..
In questo caso sono testimone di una ottima attività di assoluta avanguardia.
Poco più di un anno fa l’Eco di Bergamo, usando il web, ha dato voce ai bergamaschi.
È stato richiesto alla città di evidenziare i problemi della Città, di suggerire le soluzioni più credibili. Tutto ciò grazie all’uso di un blog.
Grazie all’aiuto dell’IPSOS e dell’Università di Bergamo è stato realizzato uno studio di ottima qualità e di straordinario valore che ha trasformato in una proposta organica i suggerimenti dei bergamaschi. Di seguito lo riproduco.
Quale è la novità? La novità è che si è dato voce ai cittadini. La città smart è, come è noto, il frutto di interazioni e di protagonismo da parte dei cittadini.
Una città smart, senza smart citizen non esiste.
Mi auguro ora che, la politica faccia sua questa proposta.
Naturalmente non intendo i contenuti programmatici (la cosa la do per scontata), quanto piuttosto il metodo collaborativo e partecipativo. Di questi tempi se ne avverte un infinito bisogno.