Roma #smartcity? 6 fotografie e 6 esempi

Sono spessissimo a Roma. Due, tre giorni ogni settimana li passo nella Capitale.

Normalmente arrivo in treno. Sempre il treno arriva il ritardo. Non c’é verso, mai in orario.

Si arriva alla Stazione Termini (all’Ostiense è peggio) e si perde inevitabilmente tra i 20 e i 30 minuti in coda ad aspettare un taxi.

Nella città smart i taxi si prenotano dal treno (o arrivati a Fiumicino) e si pagano con la carta di credito.

I taxi a Roma sono relativamente costosi e lenti. Il traffico è quello che è.

Da tempo uso la metropolitana. È veloce e puntuale. Soprattutto non ho voglia di regalare 15 euro ad un taxista quando la metropolitana mi costa 1,50 euro.

Tuttavia qualche distributore di biglietti in più ci vorrebbe. Questa mattina erano in manutenzione.

Ergo mi sono rivolto allo sportello e ho scoperto che, come al supermercato bisogna prendere un bigliettino rigorosamente cartaceo.

Qualche macchina in più, per piacere e, meno burocrazia.

In pochi minuti scendo a Piazza di Spagna, complimenti ad ATAC.

In Piazza di Spagna sono in corso i restauri alla “Barcaccia”. Attorno all’area interessata ai restauri sulla palizzata abbondano le notizie sulla Scalinata di Trinità dei Monti e sulla Barcaccia.

E mettere un qrcode che ci consenta di scaricare e implementare tali informazioni? Non è difficile, e poi genera engagement per i city user. (A proposito un #nomadworker è un city user, come i Parlamentari, i turisti, gli studenti fuori sede ecc.).

Considerazione analoga valga per l’Ara Pacis straordinario luogo che potrebbe narrare meglio momenti importanti della vita della storia dell’umanità.

Quando si parla di smart cities si è portati a pensare a cose fantastiche e costosissime. Vi ho voluto indicare invece pochissime migliorie assolutamente smart.

Fatele e vedrete che genereranno risultati positivi.

Un consiglio finale all’Amministrazione capitolina. Rifate, non solo graficamente, il portale istituzionale.

Vi posso garantire che è pochissimo “smart”.