Mi avete spiegato che Internet “é un dono di Dio”.
È noto a tutti noi lo stato di “disastro digitale” in cui versa il nostro sventurato Paese.
Molti, a partire da chi scrive, sono convinti che Internet sia il tutto, e non una “settore dell’economia industriale”.
Purtroppo in pochi siamo convinti che l’Agenda Digitale riguardi tutto un Paese e non solo la Pubblica Amministrazione.
Realizare l’Agenda Digitale è una sfida da far tremare i polsi.
Sono quindi felice che il mio amico Paolo Coppola (Paolo non me ne vorrà, siamo amici davvero da troppo tempo) non sia stato nominato Sottosegretario all’Agenda Digitale.
E questo per due buoni motivi.
In primis, scusate la mia perfidia, perché sarebbe stato prontamente assediato da torme di esperti in Agenda Digitale. A quel punto, la sua salute, soprattutto quella mentale, sarebbe stata seriamente compromessa.
Ma, soprattutto, perché attorno alla digitalizazione del nostro Paese si gioca il destino di noi tutti.
È il Presidente del Consiglio che deve fare si che l’intera politica economica e sociale sia pervasa da Internet, mutandola qualitativamente. Da questa consapevolezza dovrebbero poi nascere “linee guida” per la sanità, per la scuola, per innovare il sistema produttivo ecc..
Di chi si circonderà Matteo Renzi, quali strutture userà, non è affare mio.
Tutti noi dovremmo valutare (contribuire usando la rete) le scelte e i risultati.
Il mio giudizio negativo sull’attività “digitale” di Letta non è tanto legato alla scelta di Caio, quanto piuttosto alla sua cultura economica e sociale ormai sorpassata.
Renzi ha di fronte a sé opportunità straordinarie, mi auguro, per il bene di tutti noi, che non vengano sprecate.