Vorrei segnalarvi tre esempi, tutti italiani, di attività “smart”.
Come vedrete sono attività a progetti assolutamente replicabili.
Perché li ho scelti? Innanzitutto perché gli autori me li hanno segnalati. Banale no!!!
Soprattutto perché dimostrano che cambiare si può, anche in Italia si può innovare..
Organizzare uno spazio di coworking è una attività ormai diffusa. Si potrebbe definire banale.
In questo caso Kilowatt ha l’ambizione di far evolvere l’idea stessa di coworking. Ciò che si propone è la realizzazione di una Social Innovation Factory. L’idea mi piace molto somiglia ai miei ecosistemi di innovazione
“Il progetto Social Innovation Factory si configura come un nuovo modo di concepire il lavoro, basato sulla condivisione della conoscenza, dei network, degli spazi, degli strumenti e dei servizi, sull’empowerment delle persone e su un modello di welfare dal basso capace di conciliare la figura del genitore con quella del professionista.”
Claudia Alastra mi segnala come best practice per smart city PEDALUP.
App e servizi per il mondo di chi usa la bici nelle grandi città. L’idea mi piace, Pedalup appartiene a quella generazione di servizi che potrebbero essere utilizzato dalle Amministrazioni locali per monitorare le criticità e le proposte delle tribù urbane.
Quella dei ciclisti è una tribù urbana.
Nicola Preti, architetto e designer mi segnala invece il prototipo di una scuola del futuro.
Anche in questo caso mi piace l’idea di edifici che grazie alla rete e al web escono dal localismo e misurano con tutto il sapere del mondo.
Mi auguro che Matteo Renzi quando pensa di investire risorse per la scuola abbia in mente anche progetti come quelli segnalati da Nicola.
Naturalmente chi volesse segnalarmi innovazioni per migliorare la vita di tutti noi nella smart city potrà condividerle segnalandole sul mio account Twitter @michelevianello o utilizzando la mia mail mivianello@gmail.com.