Una straordinaria 3 giorni a Cesena organizzata dallo Studio Giaccardi e Associati.
Al “Web Economy Festival” (Imprese e giovani si incontrano a Cesena per tornare a crescere insieme) si sono incontrati e si sono confrontati studiosi, founder e startup .
Il confronto è stato ricco di contenuti e di spunti.
A me è stato chiesto di declinare il tema delle condizioni attraverso le quali un territorio potrà essere “inclusivo” e “accogliente” verso le nuove imprese.
Naturalmente ho ribadito le mie tesi sui territori innovativi già sostenute nel libro “Smart Cities-Gestire la complessità urbana nell’era di Internet“.
Nella mia presentazione ho voluto introdurre quattro ulteriori concetti, tag, parole chiave, tendenze con le quali la Governance di un territorio dovrà fare i conti se vorrà promuovere e gestire i processi di trasformazione indotti dalla rivoluzione I.T..
Le quattro parole chiave sono:
– leggerezza;
– imprevedibilità;
– flessibilità;
– condivisione della conoscenza.
Allego le slide che ho proiettato. Naturalmente sono disponibile a condividere con voi questi concetti anche confrontandomi con un territorio e con la sua governance.
1 risposta su “Startup e innovazione nei territori”
Concordo pienamente con il concetto: “innovazione non è un prodotto nuovo, spesso innovare la tradizione”.
Penso fortemente che questo potrebbe essere il punto di partenza per generare nuova “cultura ” dell’innovazione, consentendoci di essere tutti inseriti nel nuovo mondo della digitalizzazione e di conseguenza verso il concetto di SMART e poi di SMART CITY. Mantenere ben salda la propria identità sociale, culturale, storica, introducendola piano piano nel mondo digitale.
Ricordo quando la tradizionale TAMMURRIATA (ballo tipico della mia terra) ha subito la sana “contaminazione” di passi nuovi espressi dai giovani che si affacciavano a questa vecchia trazionale forma di ballo di paese. Da subito ci furono delle terribili questioni generazionali, cui vecchi e giovani si dibattevano sulla conservazione della forma tipica del ballo… ma di fatto, questo momento di passaggio era necessario e funzionale alla conservazione della stessa. Lasciare che il nuovo potesse modificare un pò il vecchio per trasmettere alle generazioni future il valore storico e culturale della TAMMURRIATA era fondamentale. E così è stato. E’ bastato solo che i vecchi accettassero e che i giovani ascoltassero.
Propongo questo esempio proprio per indicare una similare situazione su quello che attualmente stiamo vivendo: “DIGITAL DIVIDE” .
Chissà che dietro questa frase: “innovazione non è un prodotto nuovo, spesso innovare la tradizione” possa esserci il futuro dell’ I.T. e di conseguenza il futuro dell’assottigliamento del divario digitale che porterà poi ad una più semplice e flessibile condivisione delle conoscenze. Quindi ad un futuro più leggero, flessibile imprevedibile nel generare innovazione.