All’incontro “Mestre@Venezia città dell’innovazione”, sono state fatte affermazioni sul Wifi e su Internet a mio modo di vedere errate.
Sono sicuramente frutto di disinformazione e di scarsa conoscenza della materia (non è politica, è tecnica).
Il Wifi non è Internet, il Wifi non è la risposta al digital divide. Il Wifi è concepito (anche a Venezia) per rispondere al bisogno della connettività in movimento.
Conseguentemente nelle biblioteche pubbliche (se non in alcuni casi) non è prevedibile una connessione alla rete via Wifi, l’obiettivo è Internet a banda larga che garantisce più velocità nello scambio di dati. Idem nelle case, Internet difficilmente può essere fornito ESCLUSIVAMENTE via Wifi, l’obiettivo è portare banda larga a casa di tutti.
E’ necessario quindi, soprattutto a Venezia, continuare ad estendere la rete Wifi per garantire la connettività in movimento, ma l’obiettivo strategico per la Città resta quello di portare 100 mb a casa di tutti. Naturalmente ciò è figlio di un accordo di collaborazione (garantendo il giusto riconoscimento economico), tra il pubblico e il privato, soprattutto coloro che producono contenuti (possibilmente non la televisione tradizionale).
n.b. che bello se, come ha detto Massimo Cacciari, in campagna elettorale si parlasse di questi temi.
14 risposte su “Brevi considerazioni su WIFI e Internet”
Michele, mi ha colpito anche un altro aspetto di chi ha posto delle critiche e provo a spiegarmi.
Le critiche sono giuste, sono il sale del contradittorio e sono ancora più utili quando circonstanziate e basate su un fondamento.
Uno dei ragazzi ha chiesto che oltre al Wi-Fi pubblico e gratuito, la municipalità mettesse a disposizione anche dei tavolini, delle seggiole e delle prese di corrente per caricare il portatile.
Ora, credo che nelle suggestioni di ognuno di noi queste aspettative siano il desiderio di un mondo migliore e, forse anche possibile.
Mi rimane un dubbio. In una città che sta facendo tantissimo per offrire, per prima in Italia, queste commodities e queste opportunità, sembra che il seme della partecipazione democratica ancora non abbia attecchito.
Mi spiego meglio. Il ragazzo ha detto: “sono un cittadino digitale (chissà se ha mai riflettuto su questo termine) voglio il wi-fi, lo voglio in biblioteca, lo voglio in piazza, voglio il tavolino, voglio la sedia dove sedermi, voglio la corrente per ricaricare il laptop ma, non ha mai detto cosa lui è disposto a dare.
Cittadino digitale significa avere, ma soprattutto dare.
p.s. permettimi di linkare questa foto fatta da me a Bryant Park, dove i newyorkesi si siedono per terra o sulel panchine del parco per attingere al wi-fi. Guarda un po’ chi glie lo da!: http://3.bp.blogspot.com/_bUREbsfb1Eg/RoOK1EFRWJI/AAAAAAAAB28/XxxbN3qsCuU/s1600-h/HPIM1463.JPG
Forse bisognerebbe rifletterci un po’ su! Prima di rivendicare solo diritti!
[…] anche al post di Michele, ho semplicemente messo in evidenza un paradosso relativo allo status di cittadino […]
Devo dire che con alcune delle critiche mi ci sono trovato d’accordo (se ce ne è la possibilità, non mettere il wi-fi nelle biblioteche è abbastanza assurdo), anche se sono forse frutto di una comunicazione poco precisa da parte della stampa locale (qualche mese fa sui giornali si parlava effettivamente di wi-fi libero ovunque, dalle strade alle case, quando in realtà non era mai stato nei programmi… Ho dovuto faticare per convincere mia madre a non disdire Alice!).
Ma per affrontare questi problemi si ritorna a quell’abisso culturale che ci contraddistingue: qui sopra vediamo come a New York sia Google ad attrezzare gli spazi, in Germania ho visto come le telecom offrano servizi mirati alla cittadinanza (che è così che diventa “digitale”), qui? Ci preoccupiamo di poter trasmettere le partite e i reality attraverso la banda larga, prima di tutto (che per carità, è una cosa sensata, anche se abbiamo fatto sforzi incredibili per adottare una tecnologia già sorpassata come il digitale terrestre), il che la dice lunga sulla percezione delle potenzialità della rete che hanno i nostri concittadini (non “digitali”, evidentemente).
Lo so che, a volte, le risposte o le riflessioni giuste non vengono sul momento, ma solo dopo. Però forse era meglio se queste risposte e queste considerazioni venivano date e fatte nel corso dell’incontro. A volte gli interlocutori possono apparire (o anche essere) petulanti, ma spetta a chi risponde renderli inoffensivi con argomenti validi. Insomma, era meglio dedicare due minuti di più a rispondere anche alle domande apparentemente provocatorie (a me non lo sembravano, forse solo ingenue) che non chiudere l’incontro con “Vabbè, siamo in campagna elettorale…” che ha stonato con il resto della serata.
Tutto ciò da parte mia con amichevole franchezza
C’ero anch’io ieri e le, poche, critiche mi son sembrate quantomeno superficiali. Il lavoro fatto dalla passata amministrazione è di qualità tale che non può essere messo in discussione perchè il wi-fi free non arriva all’interno della biblioteca (e come potrebbe?) Semmai andrebbe capito come mai nelle biblioteche pubbliche non si offre un servizio di accesso alla rete o almeno non è così diffuso. Un “merito” è senz’altro della normativa vigente che: a) rende difficile se non impossibile per la PA offrire servizi di accesso – DL259/2003 Gasparri b) il cosiddetto decreto antiterrorismo che obbliga a procedure complesse “Decreto Pisanu” c) il costante taglio di fondi all’intero sistema bibliotecario nazionale.
Le biblioteche fanno quello che possono, le Amministrazioni lungimiranti pure, ma, come ha ben detto Cacciari ieri, cito a memoria: fin che tra il linguaggio dell’innovazione e il potere politico esiste un abisso di queste proporzioni c’è poco da fare.
Aggiungerei solo che, come hai ben detto Gigi, anche l’essere “cittadino digitale” comporta un certo grado di coscienza non solo di conoscienza.
Oddio la i ! Mi correggi per favore? grazie 🙂
Cari amici grazie per i Vostri commenti.
1) La scelta WIFI a Venezia (almeno finché c’ero io) è stata di ordine strutturale. Non episodico (tre piazze, una strada ecc.) La posa della banda larga -condizione per wifi adeguato- segue inevitabilmente a Mestre lo sviluppo dei lavori pubblici, tram e semaforica in primis.
2) Conseguentemente una distribuzione omogenea degli hot spot non è possibile; nelle biblioteche si è cercato di prevedere, per migliorare la qualità dell’accesso, una diffusione della fibra ottica piuttosto che il WIFI. Tuttavia si può anche cambiare…
3) Mi scuso per la battuta “siamo in campagna elettorale”, il convegno non era elettorale, anzi……. ma il terzetto mi sembrava un pò troppo organizzato per essere casuale!!!
Onore e merito per tutto ciò che è stato fatto ( eticamente un pò discutibile) ma comunque la strada intrapresa è quella europea.
la mia domanda sarà stata anche ingenua, ma proprio per questo si poteva evitare di tacciarmi e darmi una semplice risposta.
Avevo semplicemente chiesto, – molte zone wi-fi considerate ad oggi attive nella mappa digitale non lo sono affatto, piazzale candiani-piazzetta coin-piazza barche-parco piraghetto-villa ceresa-ex plip- parco albanese-impianti sportivi via calabria, quelli di favaro-piazza pastrello..tralasciando quelle in cui il segnale cè , ma ci sono problemi a connettersi.state facendo qualcosa?
Ecco la grande domanda” provocatoria” che ho fatto…
Credo che quando si invita la cittadinanza ad un dibattito, sia doveroso rispondere anche a domande considerate superflue.,o fastidiose.
Chiedere è lecito rispondere è cortesia ed educazione.
Ecco il superficiale,
sono due anni, che leggo sui giornali che il comune
darà la connettività gratis ai cittadini con il wifi,
a modi Barcellona Losanna Amsterdam.
2 anni fa io e alcuni amici superficiali ci siamo incontrati con il vicesindaco che ci ribadiva questo concetto, ed era proprio questo, non quello che invece sosteneva ieri al Candiani.
Ora però i 10 milioni di euro sembrano essere investiti investiti solo per chi va a fare jogging o per la connessione degli uffici comunali, scuole e biblioteche, ed i percorsi in mobilità.
E’ già molto, ma smettiamola di raccontare palle.
Ve lo dice un superficiale che connette reti dalla mattina alla sera per la più grossa azienda di abbigliamento che c’e’ a Venezia. Sorrido quando sento Microsoft o VICITROSET o magari EDA parlare di WIFI.
Gli Access Point che sono stati impiegati per il cosiddetto percorso sul Canal Grande io li impiego per coprire la superficie di un medio deposito.
Ieri tanta filosofia, ma senza banda serve a poco.
Faccio parte del terzetto (che non erano 3 ma 5 persone, ma sorvoliamo).
Avrei qualche domanda per il signor Vianello (non si preoccupi, non le chiederò del wi-fi): perché non rispondere alle domande se non si ha nulla da nascondere? Cosa le costava rispondere? Le portava forse via qualche minuto alla SUA propaganda gratuita riguardo ai servizi offerti da VEGA? Chi di noi si è fatto pubblicità ieri sera? Ah, per vostra informazione, delle CINQUE persone da voi indicate come “ignoranti (in quanto ignorerebbero)” in materia, una è laureata in Ingegneria delle Telecomunicazioni a Padova, si occupa di i rilevazione di campo elettromagnetico per la tutela della popolazione, ha conseguito il titolo di European Academy for scientific explainer (divulgatore scientifico), sta frequentando un master di 2 livello su “Metodi e tecniche di prevenzione e controllo ambientale”; un altra è sviluppatore software in una delle più grandi Spa locali e sistemista di reti informatiche dal 1999 ed io stessa lavoro in un negozio di informatica e installazioni software nonchè collaboro con due delle più note aziende di telefonia e adsl presenti in Italia (una delle due, per non fare nomi, è quella che utilizza le fibre ottiche tanto care al sig. Vianello). Come vede, indipendentemente dal periodo elettorale, qualcosina ne sappiamo…
Se ci sono dei malfunzionamenti si segnalano al Comune o a Venis. Il resto, come è noto è progetto in costante divenire che si basa su fibra ottica. Wifi non è un’ideologia, è parte di un progetto. Poi, ognuno la pensa come vuole.
p.s. gentile Monica nessuna messa in discussione della competenza, ma mi consenta un pò troppo elettorale per i miei gusti!!!
Ma non crede che forse le persone che sono intervenute erano là proprio perchè volevano delle risposte? Sembra strano che alcune persone possano porre delle domande a chi ha portato avanti un progetto per lunghi mesi?Credo pensassero che era la persona più competente ed informata. Comunque è bello vedere che la gente è attiva, vuol dire che il web 2.0 funziona…
Cara mfonte, hai ragione. Tuttavia, io non sono più il Vice Sindaco di Venezia. Alcune cose ho risposto, altre non era “eticamente” corretto che rispondessi io.
Posso dare solo qualche opinione personale, ma……….
é un’ ottima cosa