Categorie
Codice dell'Amministrazione Digitale

Musei, Pubblica Amministrazione, banalità, esasperazione.

Michele Vianello + digitale + pubblica + amministrazione

Attraverso questo tweet ho segnalato al Ministro Franceschini tutta la mia insoddisfazione.

Michele Vianello, Pubblica Amministrazione, digitale

Ieri, domenica, sono andato al Museo Archeologico Nazionale di Altino. Il Museo é, potenzialmente, straordinario per la qualità dell’offerta.

Oltre che alla possibilità di ammirare i reperti, ero interessato particolarmente a visitare gli scavi e le aree esterne.

La visita non é stata possibile, perché é programmata dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.

Dal lunedì e al venerdì, dalle 9 alle 13. Ed ecco a voi il mitico orario d’ufficio della Pubblica Amministrazione.

Il cuore della riforma della Pubblica Amministrazione, quella che non si riesce ad attuare, sta proprio lì, nello sradicare la cultura dell’orario d’ufficio e del non é di mia competenza.

Il digitale non c’entra nulla, se non come veicolo e strumento abilitante e accessorio.

Meglio, il digitale nella Pubblica Amministrazione, ma non solo, va concepito come uno strumento abilitante di nuove relazioni che hanno come soggetto centrale il cittadino.

Chi vuole innovare la Pubblica Amministrazione italiana fa i conti, da qualche decennio, con l’eccesso di legificazione e con i modelli organizzativi e gestionali autoreferenziali. O delegifichi -deregolamenti- e cambi assetti organizzativi o, per quanto digitale tu inserisca non ci sarà nulla da fare.

Affermare il principio “digital first” nell’articolo 1 della Legge di riforma recentemente approvata, rappresenta una incommensurabile sciocchezza (vorrei conoscere chi la ha proposta alla Madia) se, prima di tutto, non si mappano i procedimenti, non si depurano le attività quotidiane dalle consuetudini, non di forma il personale alla cultura della centralità del cittadino.

All’articolo 1 del Madia si doveva sancire “prima di tutto il cittadino”. Il digitale, che lo gestisca il “pubblico” o il “privato”, cambia poco.

Meglio, affidarsi all’impresa privata senza prima avere cambiato cultura e modelli organizzativi, comporta solo la “digitalizzazione dell’esistente”.

Un consiglio a tutti noi che parliamo di digitale nella Pubblica Amministrazione:

caliamoci nella quotidianità della P.A. fatta di consuetudini;

coinvolgiamo i dipendenti nei processi di cambiamento facendogli intravvedere tutti i vantaggi;

incentiviamo chi sperimenta i modelli organizzativi aperti, penalizziamo chi privilegia la procedura;

incentiviamo chi adotta prassi improntate alla condivisione;

soprattutto, insegniamo ai dipendenti pubblici che prima di tutto c’é il cittadino, le sue esigenze e i suoi bisogni.

Ovviamente per il Museo di Altino: le visite agli scavi si fanno nei giorni e alle ore ai quali sono interessati i visitatori. La gestione (pubblica o privata non importa) si adatta.

 

 

 

1 risposta su “Musei, Pubblica Amministrazione, banalità, esasperazione.”

Sono d’accordo pienamente con le tue osservazioni.
La Madia, quando fu nominata – ahinoi – ministro disse che portava in dote tutta la sua inesperienza.

Si vede!

Naturalmente a chi le ha scritto il provvedimento nulla interessava dell’utenza ma solo creare le condizioni per gestire delle commesse per amici ed amici degli amici.

Con buona pace dei Cittadini che continuano a pagare e a dormire.

Lascia un commento