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Codice dell'Amministrazione Digitale

Abolire la PEC, certamente. Ma, perché ci teniamo il Codice dell’Amministrazione Digitale???

Da qualche giorno grazie a Franco Coen Sacerdoti è partita una petizione per abolire l’uso della PEC.

Naturalmente invito tutti voi a firmarla.

Cosa é la PEC (Posta Elettronica Certificata)??? La PEC è la massima espressione di quel fenomeno tutto italiano che  ho definito la “digitalizzazione dell’esistente”.

Prendete la burocrazia ordinaria e persecutoria, quella con cui dobbiamo fare i conti ogni santo giorno. Prendete la  famosa raccomandata con ricevuta di ritorno. Avete presente??? La PEC è la raccomandata con ricevuta di ritorno  messa su WEB.

Correttamente, dice Franco Coen, che senso ha la PEC? Ognuno di noi ha la sua mail. Ha ragione.

Alla battaglia di Franco si sono aggiunti la mia cara amica Flavia Marzano e, udite, udite anche Wired.

Come è noto però l’appetito vien mangiando!!!! Ciò che impedisce che l’Information technology contribuisca a riformare la PA italiana (vero Matteo Renzi???) è il Codice dell’Amministrazione Digitale.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale rappresenta la massima espressione della “digitalizzazione dell’esistente”.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale rappresenta la massima espressione della volontà della burocrazia pubblica italiana e di una classe politica italiana “analfabeta digitale” (vero Boccia???) di piegare Internet a propri voleri. Ovviamente tutti gli avvocati sono con loro.

La PEC è un figlio del Codice dell’Amministrazione Digitale.

Qualche mese fa ho messo in rete una proposta finalizzata a sostituire il Codice dell’Amministrazione Digitale con una Legge di Principi, affidando poi ad ogni Amministrazione la possibilità di organizzarsi come meglio crede. In quella proposta era già contenuta l’idea di abolire la PEC.

La mia idea è che la Pubblica Amministrazione italiana, a partire dalle sue forme organizzative, vada deligificata.

Ecco, cari amici è giunto il momento di guardare un pò più in avanti.

Riformiamo davvero il nostro Paese. Per piacere aboliamo il Codice dell’Amministrazione Digitale

Se voleste poi approfondire il mio pensiero, è disponibile in rete gratuitamente il mio ebook  “Una scommessa da vincere“. Leggetelo.

 

2 risposte su “Abolire la PEC, certamente. Ma, perché ci teniamo il Codice dell’Amministrazione Digitale???”

Caro Michele,

Non posso che essere felice di questa presa id coscienza. Sono anni che lo dico. E ci aggiungerei anche l’SPC.

Secondo me non va abolita la PEC, il CAD e l’SPC: vanno anche ELIMINATI (mandati in pensione e messi in condizione di non nuocere) TUTTI quelli che lavorano all’AGID e che hanno lavorato a DigitPA, al CNIPA, all’AIPA.
Sono LEGACY nella testa. Non possono essere loro a guidare alcun cambiamento: essi sono il nucleo forte della resistenza al cambiamento

Penso che un esempio possa servire.
Sono creditore, con altri 100, di una srl che è finita in procedura fallimentare.
Rassegnato, invio le dovute carte al curatore e aspetto.
Passati un paio d’anni, mi arriva la notifica di una raccomandata, impossibile capirne il contenuto. Avevo già ricevuto notizie spiacevoli in questo modo, e perciò mi girano, senza sapere perché.
Le poste del mio comune non tengono più in deposito le raccomandate, e l’invito è perentorio: comunicazione urgente, ritirare al centro di deposito che si trova nel comune vicino.
Per andarla a prendere ho dovuto prendere un giorno di ferie, entrare in auto e fare 4 km, pagare un parcheggio e mettermi in coda per 20 minuti in mezzo a gente arrabbiata e impiegati frustrati. E questa era solo l’andata.
Firmo per ricevere la raccomandata e leggo: il curatore fallimentare, in attuazione della legge sulla smaterializzazione degli atti, mi intima di comunicargli su PEC il mio indirizzo di PEC; da ora in poi, sarà l’unico modo che userà per contattare me, come tutti gli altri creditori della società, in tutte le comunicazioni attinenti la procedura. Punto.
Nient’altro.
Da allora sono passati 8 mesi.
Non ho più ricevuto alcuna notizia con alcun mezzo, e le notizie di corridoio sono che bisognerà aspettare ancora chissà quanto. La velocità di esecuzione non è cambiata di un micron al secolo, ma tra dieci anni quando un miracolo sbloccherà la matassa e un’automobile andrà all’asta, certamente deserta, sarò avvertito via PEC … se questo sistema esisterà ancora.

Michele ha ragione, la PEC va buttata via perché serve a far credere che si possa migliorare la PA trasformando carte e marche da bollo in procedure digitali efficientissime. Poco importa se il risultato è di pari inefficacia.
Il problema è nei contenuti, non nei contenitori.

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