Ho letto il comunicato stampa della cabina di regia ministeriale costituita per realizzare un’Agenda Digitale Italiana.
Non ci è dato conoscere quanto i Ministri competenti abbiano approfondito i singoli temi.
Il comunicato parla di una scaletta di problemi da approfondire e di gruppi di lavoro da costituire.
Gli argomenti sono i “soliti noti” sui quali il nostro Paese arranca da sempre. Infrastrutture digitali, E-Commerce, E-Government, ecc.ecc.
Entro giugno, definiti e concretizzati gli interventi sapremo, spero, le fonti di finanziamento e, soprattutto i soggetti attuatori.
A quel punto capiremo davvero se siamo in presenza di una svolta economica e culturale (sì culturale) del Paese o dell’ennesimo annuncio senza effetti concreti.
Un auspicio: mi auguro che i Ministri, per realizzare le linee guida e precisare gli obiettivi, non si servano esclusivamente di dirigenti ministeriali e dei “soliti” esperti.
Forse sarebbe opportuno che venissero coinvolte comunità di innovatori, il mondo dei Parchi Scientifici, i vendors.
Sicuramente il risultato finale sarebbe più aderente alla realtà.
Posso sembrare scettico nell’esporre queste considerazioni.
Ne ho tutte le ragioni. Leggete l’articolo apparso oggi su La Repubblica: “Dal prossimo anno al bando i libri esclusivamente cartacei“.
Che bello!!! diranno in molti. No, cari amici. Un ulteriore approccio sbagliato figlio della filosofia della “digitalizzazione dell’esistente”.
Nell’ epoca di wikipedia e delle piattaforme di crowsourcing si spaccia come rivoluzionaria la scelta di digitalizzare i libri esistenti. Che senso ha!!!
Si digitalizza il vecchio, i vecchi metodi e strumenti educativi. Il giornalista autore dell’articolo (povero lui) coglie solo il “drammatico” crollo dell’usato.
Il mondo ICT, non è solo strumento è soprattutto capacità/possibilità di produrre contenuti diversi figli della condivisione.