In questi giorni sto verificando se ho maturato i requisiti per poter fruire della pensione di anzianità.
Lavoro ormai da più di 40 anni, non so però se ho l’età giusta.
Non ho molto tempo da dedicare a recarmi allo sportello INPS, o ad un qualsiasi patronato sindacale. Nella mia situazione versano milioni di italiani.
Da “fiducioso uomo web” ho interrogato il portale dell’INPS, verificandone la funzionalità.
La mia è una domanda semplicissima, sulla base del mio codice fiscale e della mia password, posso sapere quando potrò andare in pensione?
Per l’INPS questa dovrebbe essere una domanda basilare -banale- alla quale rispondere.
Risultato finale: conosco benissimo il mio estratto conto (complimenti è aggiornato), conosco bene lo stato della gestione separata (non è aggiornata), non sono in grado di sapere quando andrò in pensione.
Anzi, la schemata mi avverte che “se ha bisogno di verificare il raggiungimento dei requisiti per la pensione deve comunque rivolgersi agli uffici dell’Inps o ad un Ente di patronato”.
La ratio di questa scelta mi pare assolutamente incomprensibile.
Ovviamente sono molto arrabbiato, ma voglio capire.
Cosa impedisce che da questa pagina si possa accedere ad un servizio in grado di dirmi se ho tutti i requisiti. Non pretendo un canale su Twitter che mi consenta di fare la stessa domanda per ricevere poi, anche via mail una risposta, ma che il sito sia interattivo questo sì.
Da cittadino italiano che paga le tasse, versa tutti i contributi, pretendo di poter fruire di questo servizio elementare.
Quello dell’INPS appare il tipico sito “autoreferenziale”. Noi sudditi dobbiamo chiedere all’INPS quando potremo fruire del “nostri” soldi che abbiamo versato nel tempo.
Inaccettabile!!! In questo modo sono lesi fondamentali diritti di cittadinanza.
Se poi penso al potere delle Organizzazioni Sindacali nell’organizzazione dell’INPS mi viene ancora di più da arrabbiarmi.
Cosa c’entra a questo punto l’Agenda Digitale?
C’entra tantissimo. Riorganizzare il portale dell’INPS avrebbe almeno tre effetti:
consentirebbe al sistema Paese di recuperare in modo produttivo il tempo che sprechiamo recandoci allo sportello. Si tratta di svariati miliardi di euro. (lo Studio Ambrosetti ha calcolato che il costo per il Paese delle inefficienze del sistema pubblico allargato genera in termini di tempo sprecato almeno 40 miliardi di euro anno di perdite);
realizzerebbe una forma di alfabetizzazione digitale a beneficio sia dei dipendenti dell’INPS (che penso ne abbiano un infinito bisogno), che dei cittadini. Sono infatti convinto che l’alfabetizzazione digitale si deve fare a partire dall’estensione dell’uso di Internet nelle normali attività giornaliere;
consentirebbe all’INPS di ottenere infiniti risparmi economici da una gestione maggiormente “social oriented” e “user friendly”.
Non penso che una attività come questa comporti particolari investimenti in tecnologie, né tantomeno necessiti di particolare tecnologie. Una attività come questa è semplicemente banale.
Cari signori, se volete qualche priorità per l’Agenda Digitale italiana, partite da queste semplici cose, vedrete che a breve si potrebbero apprezzare importanti risultati.