Ieri avevo avuto modo di commentare la bozza del decreto sull’’ Agenda digitale con l’avvertenza che, è una bozza. I miei commenti vanno quindi letti con l’avvertenza che si tratta di suggerimenti. Chi ha avuto la bontà di leggere il mio post di ieri coglierà tutta la volontà di collaborare.
Vedo infatti in rete troppi commenti contro “a prescindere”.
Più brevemente oggi volevo commentare la parte finale del decreto.
Ero molto incuriosito dal capitolo denominato “Comunità Intelligenti”.
E’ assolutamente positivo che il Governo si proponga di contribuire ad indirizzare il dibattito e le attività inserite in quel filone chiamato smart cities.
Nell’ambito dell’Agenzia digitale è prevista la nascita di uno specifico organismo tecnico.
Mi sento di sottolineare un pericolo potenziale.
Le modalità di far nascere e affermare politiche nelle aree urbane non può essere una attività dello Stato centrale. Sarebbe una contraddizione in termini. Stiamo parlando di comunità intelligenti.
Fin che si incentiva e si valorizza la pratica del riuso, la costruzione di una piattaforma per condividere esperienze e conoscenze va tutto bene. Se si pensa di mettere le “braghe al mondo” in modo centralistico, il decreto potrebbe dare risultati controversi.
Assolutamente positiva invece la scelta di incentivare la nascita di piattaforme per il crowdfounding. Era ora e tempo.
Chi gestisce in modo serio incubatori d’impresa avrà a disposizione uno strumento in più.
Altrettanto positiva la scelta di autorizzare l’emissione di “obbligazioni di carattere sociale”.
Resta da vedere i tempi con cui l’Agenzia digitale individuerà i criteri e le norme per selezionare i beneficiari e i filoni tecnologici e produttivi da privilegiare.
Tuttavia, vanno accelerati e i tempi di realizzazione e chiederei di formulare -anche se non è facile una previsione sul monte risorse da raggiungere- un obiettivo finanziario realistico.