Continuo a ritenere che l’organizzazione della Pubblica Amministrazione sia improntata al fordismo.
Anzi, la Pubblica Amministrazione italiana è l’ultima espressione del fordismo.
Questo scritto segue e completa il post “La burocrazia nella Pubblica Amministrazione – L’ultimo baluardo del fordismo”.
Continuo a ritenere che l’Agenda Digitale per quanto avanzata possa essere rimarrà inapplicata che se non si delegificano e non si cambiano i modelli organizzativi della Pubblica Amministrazione.
“L’architettura dei software gestionali nella Pubblica Amministrazione, è plasmata secondo la struttura organizzativa “fordista”, riproducendo e codificando la separatezza tra i diversi settori.
In questo modo i software non aiutano il sistema ad esprimere organicità, non godono delle necessarie integrazioni. Ogni forma di integrazione sembra impossibile, o è enormemente difficoltosa nella sua realizzazione poiché incontra ostacoli burocratici (la resistenza di chi difende la titolarità e il primato del “suo” software, la proprietà del “suo” database) o strutturali (software progettati secondo logiche diverse).
Un server, secondo questo schema, è il luogo dove si sommano e non si integrano le diverse componenti della rete informatica dell’Ente.
Provate a confrontare questo processo, i suoi tempi, i suoi riti, le sue regole, la sua “verticalità”, l’autolegittimazione di ogni parte della sua struttura (indipendentemente dall’importanza effettiva che oggettivamente dovrebbe assumere) con la logica della novecentesca catena di montaggio, con la cultura fordista, con il taylorismo.
Non stiamo assistendo a un bel tuffo nel passato? Siamo a ben prima della cultura organizzativa della “qualità totale”.”
Nei prossimi giorni pubblicherò un ebook “Una scommessa da vincere” dove affronterò questo ed altri problemi. A presto!!!!
Naturalmente raccomando di comprare il mio libro “Smart Cities-Gestire la complessità urbana nell’era di Internet”.