In un mio post “E se il Sindaco e il Presidente di Confindustria fossero gli analfabeti digitali???” avevo sottolineato come l’evidente analfabetismo digitale in cui versa una parte rilevate del nostro Paese, non fosse semplicemente riconducibile alla scarsa infrastrutturazione IT e non fosse localizzabile solo in alcune fasce di età della popolazione italiana.
La mia lettura del fenomeno è più “politica”. È incentrata sulla denuncia che il divide digitale riguarda in primis le classi dirigenti del nostro Paese.
L’analisi quantitativa invece deve riguardare le carenze infrastrutturali e il divide generazionale.
Segnalo a questo proposito un bell’articolo “Italiani “tecnoesclusi”: analfabetismo digitale o carenza di banda?” scritto da Elvira Zollerano.
La realtà descritta dalla Zollerano ci dovrebbe indurre a considerare come prioritarie politiche (pubbliche e private) di infrastrutturazione IT per il nostro Paese, accompagnate da una massiccia iniziativa formativa e ciò a partire dalla scuola.
Ma, è chiaro che se sono le classi dirigenti le prime a sottovalutare l’importanza dell’uso corretto e responsabile della rete come fattore di competitività e di progresso per il nostro Paese, saremmo (fino ad ora siamo stati) in gravissimo ritardo.
Mi auguro sinceramente che Matteo Renzi non sottovaluti queste tematiche o le riduca ad una mera “digitalizzazione dell’esistente”.