Il quotidiano La Repubblica riporta la notizia dello studio commissionato da IBM (in realtà lo studio è del 2007): “Next five in five”.
Lo studio illustra le cinque innovazioni che nei prossimi 5 anni influiranno sulla nostra qualità della vita e sull’organizzazione delle aree urbane.
Elenchiamole:
– Batterie più piccole e più potenti;
– La salute dell’ambiente monitorata dai telefonini;
– I computer forniranno energia alle città;
– Viaggi e percorsi urbani personalizzati;
- Interazione sociale in 3D.
Mi permetto di dire che sono “innovazione” già in corso. Appartengono tutte al filone che definiamo smart cities o rivoluzione del cloud computing.
Naturalmente la piena applicazione di queste innovazione è legata almeno a due precondizioni.
- I benefici si potranno esplicitare esclusivamente in presenza di una forte infrastrutturazione banda larga e wifi. Reti di sensori che generano informazione hanno bisogno di “Rotaie” dove correre e cloud dove immagazzinare i dati.
- Sistemi di governance politiche, sociali ed economiche che possano beneficiare e gestire l’immensa quantità di dati.
Onestamente mi pare che siamo ancora molto distanti.
2 risposte su “Cinque innovazioni per i prossimi cinque anni”
Peccato che la domotica stenti ancora a entrare in un ciclo produttivo pensato per le masse. A parte qualche robot da cucina, aspirapolvere che cammina da sola e sensori per le luci ambientali, poco altro appare sugli scaffali dei megastore dell’elettronica e questo un po’ mi rammarica perchè la tecnologia è, invece, già pronta e disponibile.
Peccato che la domotica stenti ancora a entrare in un ciclo produttivo pensato per le masse. A parte qualche robot da cucina, aspirapolvere che cammina da sola e sensori per le luci ambientali, poco altro appare sugli scaffali dei megastore dell’elettronica e questo un po’ mi rammarica perchè la tecnologia è, invece, già pronta e disponibile.