Il Sole 24 ore pubblica oggi il resoconto del dibattito che si è svolto in occasione della presentazione del libro di Corrado Calabrò (Presidente dell’Agcom) “Rete Italia”.
Il titolo dell’articolo è già un programma: “Bernabè sfida le TV sulla rete”.
Il dibattito, “surreale”, conferma l’impostazione “televisioncentrica” che ha assunto in Italia la necessità di dotare il Paese della rete a banda larga.
Bernabé, il quale afferma che la rete è Telecom, è pronto a fare la sua parte se le televisioni creeranno le condizioni per aumentare la domanda di rete a banda larga.
Confalonieri spiega che loro (giustamente) badano ai loro bilanci e che, in tutti i casi, hanno già investito nel digitale terrestre (sic!!!).
Il Presidente della RAI (che vive ovviamente su Marte) afferma: “Da noi occorrerebbe far pagare a tutti il canone, che oltre tutto è il più basso in Europa”.
Conclude sconsolato il povero Calabrò: “Possibile che solo in Italia non serva la banda larga?…Si dice che ci vuole prima la domanda, ma la domanda in questo campo viene sollecitata da un inizio di risposta”.
Nel frattempo un sondaggio eseguito dalla BBC afferma che nel mondo 4 persone su 5 ritengono che la rete sia un diritto fondamentale.
Forse questo sondaggio non era noto ai protagonisti di quella tavole rotonda.
1 risposta su “Viviamo in un altro mondo: la banda larga è legata allo sviluppo dei contenuti televisivi”
[…] La realizziamo questa banda larga per gli italiani, caro Bernabè, oppure c'è qualche altro impedimento? [Translate] var a2a_config = a2a_config || {}; a2a_config.linkname="Banda larga: ora non ci […]