Visitato il Cambridge Innovation Centre.
Grattacielo un pò stagionato. Non è questo che voglio portare all’attenzione.
600 persone lavorano nell’Innovation Centre, di questi 200 coworker.
Profondamente colpito.
Una struttura dove convivono start up, prevalentemente provenienti dal MIT, assieme a un numero così grande di “lavoratori nomadi” è una esperienza straordinaria.
Naturalmente la struttura non è fornita gratuitamente. Chi fa, o vuole fare l’imprenditore, deve capire fin dall’inizio che niente è gratis.
Servizi di ottima qualità, spazi a disposizione si pagano.
Da notare, nell’area esistono 6/7 strutture con quelle caratteristiche.
Solita domanda, perché un’esperienza ricca come questa non è riproducibile anche in Italia.
1 risposta su “Dedicato a Massimo Carraro, coworking a Cambridge”
Ciao Michele, wow! Un post dedicato a me! quale onore!
Ti ringrazio e vengo subito al dunque.
Come sai – in quanto affiliato al progetto Cowo con il VEGA e “amico del coworking” fin dalla pagine del tuo libro – Cowo ha sviluppato il concetto di coworking portandolo a quasi 60 locations in tutta Italia, più un posto a Barcellona.
E’ un risultato che considero incredibile, non tanto perché l’ha conseguito il mio team, ma perché è si è sviluppato in modo organico, esclusivamente tramite i rapporti personali, in rete e nella vita.
Al di là delle cifre, il significato del nostro progetto è che:
*In Italia, grazie a Cowo, esistono 60 posti come quelli da te descritti. Hanno sede presso uffici, società, aziende ecc. Tutta gente che fino ad allora non sapeva nemmeno cos’era, il coworking.*
La cosa è in pieno sviluppo, e a inizio novembre parleremo alla Coworking Europe Conference a Berlino per raccontare il nostro caso, che pare non abbia eguali.
Ma il punto che vorrei sottolineare è questo: tutto questo è stato fatto da soli, senza aiuti di alcun tipo, in privato, nei ritagli di tempo che il nostro lavoro ci ha lasciato (per chi non lo sapesse, il progetto cowo è curato da tre persone, tutt’e tre occupate in altri mestieri, nelle sere, nelle domeniche, nei week-end).
La domanda che nasce spontanea è: se tre persone normali sono riuscite a fare tutto questo mentre facevano altro, a che livelli potrebbe mai arrivare un’amministrazione istituzionale? Un comune, per esempio?
Al momento, sono state fatte delle parole con alcuni sindaci ma, che io sappia, le istituzioni non hanno ancora affrontato concretamente questa opportunità.
(Per inciso, Cowo ha sempre offerto gratuitamente il proprio know-how a tutti).
Speriamo di imparare anche questa cosa – dopo tutte le altre – dall’MIT: che il coworking è una leva di cambiamento, intelligente e soprattutto sostenibile, in grado di far progredire “dal basso” e con costi irrisori, la giovane impresa, le start-up, i giovani e… chiunque abbia più idee che soldi per pagarsi un ufficio 🙂
In un momento come questo, quante risorse possono vantare un rapporto così frote tra opportunità/costi?
La sostenibilità del coworking ha veramente pochi confronti, secondo me, come ho cercato di spiegare tante volte (anche in video: http://www.youtube.com/user/coworkingcowo#p/u/3/aq8vz90Yj0Y).
Grazie per l’occasione di scambio, e anche per il tuo supporto alla nostra idea in questi anni… il vero motore del coworking sono le persone, e Cowo cresce esclusivamente grazie a te e a quelli come te.
A presto e buon lavoro,
Max
Coworking Project by Cowo