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Essere “WEB oriented”, ovvero ciò che gli estensori delle “Linee guida per i siti delle P.A.” non capiscono.

Ritorno ancora una volta commentare il documento “Linee guida per i siti guida delle P.A.”.

Il dibattito che si è aperto sul blog “Innovatori PA” mi sollecita ad altre ulteriori riflessioni che, se vorrete, riprenderemo al Camp del prossimo maggio.

I termini “cloud computing”, “software as a service” riguardano esclusivamente il mondo dell’impresa privata o, viceversa, riguardano anche chi vive e opera nella PA?

Ovviamente la risposta è che “si, la rivoluzione del cloud computing e del software as a service riguarda anche la PA”. Altrimenti la tanto annunciata “dematerializazione” si ridurrebbe a trasferire i supporti cartacei scannerizzati sui CD!!!

Allora, l’uso WEB attiene esclusivamente ai portali, o il WEB pervade tutto? Sui supporti WEB (il cloud ad esempio) si basa l’innovazione organizzativa di tutta la PA, i rapporti tra le diverse PA, i rapporti tra le PA e i cittadini.

Il WEB non può basarsi sulle relazioni dissociate tra diverse fasi del lavoro (una delle quali attiene il rapporto con i cittadini); il WEB unisce, il WEB 2.0 (altrimenti non è WEB) consente dialoghi trasversali, unisce, rende inscindibile ciò che prima e separato. Il WEB consente di rendere orizzontali struture organizzative e delle conoscenza prima rigorosamente verticali. Oggi sono possibili dialoghi tra dipendenti e dipendenti -di ogni ordine e grado-, tra diverse strutture e i cittadini, tra i cittadini che giudicano (community) la PA.

L’emoticons è il rapporto (il giudizio) del singolo cittadino “solo” di fronte alla macchina amministrativa, è la vendetta di chi per anni è stato preso in giro. Le applicazioni WEB 2.0, all’opposto, contribuiscono a consolidare il senso di comunità, consentono un dialogo “alla pari” tra la PA e il cittadino che esprime diritti e non abbisogna di favori.

Provate per credere ad esplorare i siti “barakobama.com”, “whitehouse.gov”, “number10.gov”, “peitiononline.com”. Altra musica.

Secondo Voi sono siti della PA (di altri Paesi certo), sono stati concepiti secondo le linee guida di qualche ignoto burocrate USA o inglese?

Da ciò la mia profonda contestazione a linee guida esclusivamente rivolte ai portali. E’ una visione antica del WEB, che sottintende ad una idea “unidirezionale del WEB”.

Piaccia o no, la rivoluzione del “cloud” e del “software as a service” riguarda anche la PA, e influenza profondamente anche il rapporto dei cittadini con la PA, inevitabilmente costretta ad abbandonare la propria autoreferenzialità.

Ecco, cari innovatori, è necessario essere “WEB oriented”.

Prevengo qualche obiezione: “la PA è arretrata, i burocrati non capiscono, la politica non capisce, i cittadini non capiscono”.

Una parte della PA è sicuramente arretrata e conservatrice, non tutti i dirigenti sono arretrati, non tutta la politica è ignorante, i cittadini sicuramente capiscono. Non servono Leggi o circolari, fatte salve alcune “policy” sulla sicurezza e salvaguardato “il diritto all’accesso”, il WEB induce a processi virtuosi che non possono essere castrati dalla norma.

Forse mi illudo, ma la PA italiana non è così disastrata come si pensa ed è assolutamente riformabile. Però, per piacere, spieghiamolo al Ministero dell’Innovazione, va profondamente delegificata. Per piacere, evitate di scrivere ancora inutili circolari e linee guida.

3 risposte su “Essere “WEB oriented”, ovvero ciò che gli estensori delle “Linee guida per i siti delle P.A.” non capiscono.”

Interessantissime osservazioni Michele, mi trovano pienamente d’accordo, in particolare sull’aspetto portali della PA e web 2.0 (sui quali ho sbattuto il grugno 😉 cercando di portare questa logica…ma siamo ancora troppo lontani, soprattutto lato input centrale…ne riparliamo al Barcamp, che vero Gigi, si preannuncia molto stimolante. salutoni, Ugo.

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