RIFLESSIONI E CONSIGLI DI UN PROFESSIONISTA CHE LAVORA SUL CAMPO CON LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI
Ho atteso la riforma del Codice dell’Amministrazione Digitale per condividere alcune riflessioni sull’ evolversi della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana.
Nei prossimi giorni avremo a disposizione il testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Ciò che conosciamo, tuttavia, é sufficiente per esprimere qualche giudizio.
Quello che si prospetta alla Pubblica Amministrazione per adeguarsi alle previsioni legislative, é un processo lungo e complicato. Non sono perciò accettabili i trionfalismi né, all’opposto le sciocchezze ideologiche.
Quelle che seguiranno, ordinate per punti, sono alcune prime riflessioni operative rivolte prevalentemente ai Sindaci e agli Amministratori locali.
1) Erroneamente si parla di Pubblica Amministrazione. In realtà le diverse Pubbliche Amministrazioni italiane affronteranno, nel processo di digitalizzazione problematiche totalmente diverse.
Digitalizzare un Comune, non é come digitalizzare un Ministero, una scuola, una Azienda Sanitaria, una public utilities, un Tribunale.
La nuova legislazione ci offre un quadro normativo d’insieme, ma sbaglieremmo nel pensare a ricette uniche. Così non sarà.
Per non cadere in errori le mie osservazioni saranno rivolte prevalentemente al mondo che conosco meglio, ovvero a quello delle Autonomie locali.
2) L’obiettivo principale della riforma Madia fin dall’articolo 1 della Legge dell’agosto 2015 é quello di rendere protagonista il cittadino (o l’impresa) nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Il protagonismo consapevole del cittadino sarà ciò che segnerà il successo o meno della riforma. Il digitale é, non dimentichiamolo, uno strumento per rafforzare il protagonismo del cittadino.
La nuova legislazione mette fine all’organizzazione autoreferenziale delle Pubbliche Amministrazioni soprattutto quelle che hanno maggiori rapporti con i cittadini e le imprese.
3) Il protagonismo del cittadino (o dell’impresa) si manifesterà maggiormente nella misura in cui si moltiplicherà una offerta di interazioni o di servizi digitali da parte della Pubblica Amministrazione.
La scarsa diffusione di SPID tra le “persone normali” e tra le imprese é dovuta alla scarsità di servizi on line offerti dalle Pubbliche Amministrazioni.
Bisogna riflettere sul fatto che in Emilia Romagna circa 700.000 imprese o professionisti tramite FEDERA si accreditano ai servizi offerti dalle piattaforme SUAP.
Dove ci sono servizi digitali i cittadini e le imprese trovano conveniente assumere una identità digitale e abbandonare la schiavitù della PEC.
Se FEDERA (come altri sistemi di accreditamento regionali o locali) verranno immolati sull’altare di SPID si commetterà un grave errore.
Sancire l’esistenza di tre soli identity provider in Italia é la sciocchezza del secolo.
Ma su questa sciocchezza infinita le Commissioni Parlamentari hanno colpevolmente taciuto.
4) A questo punto sfatiamo una bufala peggiore di quelle che appaiono su Facebook.
Il cuore del D.P.C.M. 13 novembre 2014 non é costituito dall’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di abbandonare l’uso della carta.
Il cuore delle disposizioni previste dal D.P.C.M. é quello di realizzare il Fascicolo Digitale secondo criteri unici per tutta la Pubblica Amministrazione.
I formati, i metadati, gli obblighi ad indicare i responsabili dei procedimenti dovranno essere identici in ogni Pubblica Amministrazione come previsto dagli allegati al D.P.C.M…
I Comuni non sono ancora pronti alla realizzazione di un fascicolo elettronico che abbia le caratteristiche indicate dal D.P.C.M..
L’uso della carta é la cosa meno importante prevista dal Decreto. La realizzazione del fascicolo elettronico implica una capacità delle Pubbliche Amministrazioni di integrare i diversi gestionali verticali. Questa é la difficoltà che stanno incontrando tutti i Comuni e tutte le Pubbliche Amministrazioni.
Insomma passare da una organizzazione procedimentale a una processuale é la vera rivoluzione per la Pubblica Amministrazione.
Le Pubbliche Amministrazioni, in primis i Comuni hanno ora tempo fino al Dicembre 2016 per mettersi i regola.
Ce la faranno i nostri prodi? Ne dubito!!!
Altra sciocchezza apaprsa sui social é quella secondo la quale il rinvio sia stato chiesto dai piccoli comuni.
Sfido i Comuni come MIlano, Roma, Torino, Venezia, Lecce, a dichiarare di essere già pronti alla fascicolazione elettronica come prescitto dal D.P.C.M..
5) Già, la carta, l’ideologia del no carta.
Proviamo a fare maggiore chiarezza.
Il nuovo C.A.D. prescrivere che il cittadino possa utilizzare il digitale. Il cittadino non é obbligato, a differenza delle imprese, ad utilizzare il digitale. Il cittadino può presentare istanze di ogni tipo alla Pubblica Amministrazione anche su supporto cartaceo.
Per lungo tempo la Pubblica Amministrazione IN INGRESSO dovrà mantenere un duplice canale di comunicazione con i cittadini.
La Pubblica Amministrazione é invece obbligata, se richiesto dal cittadino, a interloquire utilizzando il formato digitale.
La Pubblica Amministrazione, anche se l’acquisizione di una istanza sarà in formato analogico, dovrà realizare un fascicolo elettronico per la conservazione e l’accesso da parte del cittadino.
Il fascicolo digitale é il frutto di un intero processo lavorativo digitalizzato secondo logiche processuali (non procedimentali).
6) Il cuore della riforma é invece il tracking che il cittadino (o l’impresa) che abbia utilizzato il digitale potrà fare della propria pratica, della propria cartella dei tributi, ecc. utilizzando portali digitali e SPID.
Invitabilmente questo nuovo rivoluzionario diritto di cittadinanza é stato rinviato fino a dicembre del 2016.
È sfuggito ai più che, in assenza del fascicolo elettronico (una qualsiasi istanza presentata da un cittadino costituisce un fascicolo elettronico), é impossibile qualsiasi forma di accesso digitale.
Servizi on line, fascicoli elettronici, gestionali integrati tra di loro grazie al protocollo digitale sono la base del tracking del cittadino.
Ho voluto inserire a scopo puramente esemplificativo una tabella che indica, sulla base del lavoro che sto facendo in alcuni (di tutte le dimensioni) Comuni, il ciclo virtuoso della digitalizzazione.
Il cuore dell’attività che dovranno fare nei prossimi anni i Comuni é costituito da questo schema.
Naturalmente sono disponibile a discuterne con i Comuni che intendessero sperimentarlo.
7) Nei prossimi giorni dedicherò, in un altro scritto, altre riflessioni sui portali della P.A.. sulle linee guida dell’AGID, su SPID e su FOIA.
Come apprezzerete, anche in quel caso dovremo “disboscare” le nostre convinzioni da molte, troppe bufale e ideologie.
SE VOLETE DISCUTERE CON ME QUESTE OSSERVAZIONI SCRIVETEMI O MEGLIO TELEFONATEMI, UN CAFFÈ CON VOI LE BEVO MOLTO VOLENTIERI
3 risposte su “I Sindaci e il C.A.D. Le necessarie attività da mettere rapidamente in cantiere.”
Complimenti, articolo molto interessante in merito al quale vorrei condividere alcune considerazioni.
Siccome in Italia, invece di far funzionare le cose che già ci sono se ne inventano di nuove l’articolo 43-bis, comma 1, lettera b del Decreto del Presidente della Repubblica 28/12/2000, n. 445 ha introdotto anche il fascicolo d’impresa.
Peccato che questo fascicolo sia un palese duplicato di una cosa che dovrebbe essere già funzionante da almeno dieci anni.
Provo a spiegarmi: il concetto di fascicolazione dei documenti per procedimento e per affare è presente sin dall’introduzione del protocollo informatico. Infatti:
* dal 2004 le Camere di Commercio, così come tutte le pubbliche amministrazioni, hanno l’obbligo di adottare sistemi informativi automatizzati finalizzati alla gestione del protocollo informatico e dei procedimenti amministrativi in conformità alle disposizioni [di legge]
* l’articolo 41 del CAD prevede, sin dal 2005, che la pubblica amministrazione titolare del procedimento [raccolga] in un fascicolo informatico gli atti, i documenti e i dati del procedimento medesimo da chiunque formati. Lo stesso articolo 41 prevede che il fascicolo informatico sia realizzato garantendo la possibilità di essere direttamente consultato ed alimentato da tutte le amministrazioni coinvolte nel procedimento e che cittadini e imprese vi possano accedere per esercitare in via telematica i diritti di cui
all’articolo 10 della legge 7/8/1990, n. 241.
* l’articolo 8 dell’allegato tecnico al Decreto del Presidente della Repubblica 07/09/2010, n. 160 (Regolamento SUAP) ci informa che, nei casi di delega del SUAP alla Camera di Commercio, le comunicazioni al SUAP sono protocollate secondo la disciplina del protocollo informatico. Il SUAP gestito dalla camera di commercio può utilizzare il protocollo informatico dell’ente camerale, mediante assegnazione in una specifica area organizzativa
* Le imprese trasmettono istanze alla CCIAA in modalità telematica e l’articolo 40-bis del CAD prevede che siano protocollate.
Hai totalmente ragione Marco.
Ti ringrazio davvero, anche per le precisazioni normative.
[…] I Sindaci e il C.A.D. Le necessarie attività da mettere rapidamente in cantiere. […]