Come evitare la sindrome da “Sotto il vestito niente”
Qualche giorno fa ho esposto alcune considerazioni sul nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale e sulle difficoltà che i Sindaci incontreranno nell’applicare le nuove norme (I Sindaci e il C.A.D. Le necessarie attività da mettere rapidamente in cantiere).
Questo articolo é invece dedicato ai Siti Istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni. Anche in questo caso mi dedicherò principalmente al mondo delle autonomie locali che é quello che conosco meglio perché ci lavoro concretamente “sul campo”.
In queste settimane é stata resa nota una strana graduatoria tra le Amministrazioni che hanno applicato ai loro siti istituzionali quanto previsto dalle linee guida emanate dall’AGID.
Le linee guida esplicitamente si riferiscono al “design dei siti”.
Ho esaminato abbastanza accuratamente (in un caso, quello del Comune di Brescia, dettagliatamente) molti siti, soprattutto quelli indicati come esempi virtuosi.
Senza offesa, per parafrasare il titolo di un celebre film di Carlo Vanzina, ho avuto l’impressione che “Sotto il vestito niente“!!!
Cerco di spiegarmi meglio e, senza essere l’AGID (ci mancherebbe), darò alcuni consigli ai Sindaci per avere un ottimo sito.
1) Partiamo da una semplice domanda che potrà sembrare scontata e, viceversa, é la madre di tutte le risposte.
A che cosa serve il sito di una Pubblica Amministrazione? (Il sito Istituzionale).
Ovvio, direte voi di primo acchito, il sito serve a comunicare l’attività delle Pubbliche Amministrazioni. Il verbo “comunicare” é però foriero di diverse interpretazioni.
Negli anni ’90 del secolo scorso comunicare era l’offrire ai cittadini una gamma infinita di notizie e indirizzi mail attraverso i quali l’Amministrazione raccontava le proprie attività e aiutava a sviluppare i processi di partecipazione. Era l’epoca delle mitiche “reti civiche“.
Questi siti, veramente ottimi, erano i figli delle possibilità offerte allora dalle piattaforme disponibili su Internet.
Negli anni 2000 COMUNICARE è sinonimo di INTERAGIRE ALLA PARI.
I siti attuali sono ancora figli del comunicare, non sono figli dell’interagire.
I siti in regola con le norme AGID comunicano bene, ma non consentono efficaci interazioni.
2) L’adottare, spesso inconsapevolmente, come prevalente una politica incentrata sulla semplice comunicazione porta a premiare la QUANTITÀ delle notizie rispetto alla qualità e alla possibilità di interagire.
Il sito del Comune di Brescia (é il mio esempio macroscopico, ma anche gli altri sono così) offre una quantità infinita di notizie, ma offre ZERO possibilità di interagire.
3) La scelta, ripeto spesso inconsapevole, di offrire una grande quantità di notizie, implica la possibilità di utilizzare, in modo continuativo una infinita quantità di ore uomo nelle attività redazionali.
Poiché le Pubbliche Amministrazioni non possono permettersi di impiegare queste risorse i siti spesso non vengono aggiornati. L’abero delle pagine é talmente articolato e variegato che tenere aggiornati i contenuti é praticamente impossibile.
Inoltre, anche nelle attività redazionali dei siti dei Comuni prevalgono le conseguenze di una organizzazione di tipo procedurale. Infatti, spesso, ad ogni settore dell’Amministrazione viene affidato l’aggiornamento delle “notizie di sua pertinenza”.
4) Ovviamente l’AGID ci ha messo del suo nel rafforzare questa impostazione.
Chi avrà la bontà di leggere la sezione delle linee guida intititolata “Gestione dei contenuti“ si accorgerà che i suggerimenti avanzati sono esclusivamente di tipo formale.
Sono suggerimenti corretti, ci mancherebbe, ma sono formali, non cambiano la sostanza delle interazioni.
Facciamo alcuni esempi. Dice l’AGID:
“Nella pianificazione e progettazione di un contenuto web, é necessario verificare preliminarmente se sia possibilile:
- Ridurre la quantità complessiva del testo previsto per la pubblicazione online;
- Utilizzare una tipologia di formato del contenuto che sia più fruibile in relazione agli obiettivi informativi;
- Rimuovere parte del contenuto già presente sul sito..”
Tutto giusto, ci mancherebbe, tuttavia:
- quelle di AGID sono utili indicazioni di metodo che valgono sia nella gestione del sito della FIAT, che nella gestione del sito della Presidenza del Consiglio, che in quello del Comune di Carugate;
- il cuore del successo di un sito, soprattutto quello delle Autonomie Locali é dato dalla qualità e dall’aggiornamento dei contenuti e dalla possibilità di interagire con la politica e con la macchina amministrativa;
- non dobbiamo mai dimenticarci che una parte importante dei contenuti di un sito della Pubblica Amministrazione é vincolato dalle disposizioni legislative. Mi riferisco in particolare alla sezione denominata Amministrazione Trasparente e alle nuove norme in materia di trasparenza contenute nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici (Lgs 18 aprile 2016 n. 50).
5) Dedichiamo a questo punto qualche considerazione al tema dell’aggiornamento dei contenuti di un sito.
I siti della Pubblica Amministrazione, soprattutto nella parte dedicata alla normale attività normativa e di servizio, non sono aggiornabili in modo automatico.
Mi spiego meglio. I flussi informativi generati dai software gestionali non sono collegati ai siti Istituzionali. Ciò implica che, ad esempio, una delibera o una determina che debba essere pubblicata sul sito non venga postata automaticamente, ma debba essere analogizzata e poi digitalizzata (quasi sempre in PDF) per essere successivamente postata.
Questa stortura organizzativa (e solo dopo informatica) genera un alto tasso di errori, una scarsa possibilità di aggiornamento, uno spreco di ore uomo.
Quando un cittadino debba scaricare un modulo on line per ottenere un servizio (v. l’esempio di Brescia), e poi, dopo averlo compilato, portarlo (o faxarlo) in Comune, questa sciocchezza, che ci fa inorridire, è figlia sia di incapacità softweristiche (il protocollo che non dialoga con i gestionali), oltre che di storture organizzative.
Anche queste storture, che nel breve periodo non saranno risolvibili , suggeriscono di abbandonare una visione quantitativa dei contenuti di un sito.
Fatevene una ragione, i siti “mapazzone”, (Barbieri lo spiega benissimo in questo filmato su YouTube) anche se in regola con le norme AGID, non sono un obbligo di legge e, soprattutto, non li visita nessuno.
Un libro può essere composto da mille pagine ma con questo, non contribuire ad arricchire la nostra cultura.
Un libro può essere fatto da 50 pagine dense di contenuti e aprirci infiniti mondi nuovi.
6) La centralità dell’interazione tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione.
Spesso nei Comuni i gestori della comunicazione (alcuni mi temono e mi osteggiano come la peste) non hanno capito queste basilari verità e conducono allegramente i loro Amministratori al disastro.
Ormai ogni Amministrazione Comunale si é dotata di account e di pagine sui principali social network.
Su questo argomento ho scritto molto. Vi rimando ai miei articoli (in particolare 15 principi per una corretta comunicazione politica nell’epoca del social networking).
Si sta tuttavia incorrendo in una pericolosa prassi secondo la quale i siti istituzionali sono quei dinosauri che vi ho descritto fino ad ora, mentre i social network sono il luogo dell’interazione.
All’opposto l’utilizzo corretto dei social network e l’ideazione delle pagine di un sito istituzionale sono assolutamente speculari gli uni agli altri.
La pagina istituzionale che descrive il Sindaco e la Giunta (o in Consiglieri Comunali) o l’organizzazione del Comune deve consentire ai cittadini (ma anche agli stessi dipendenti e agli Amministratori) di interagire.
Oggi queste pagine consentono, nella migliore delle ipotesi, l’invio di una mail, di una PEC, una telefonata (ammesso e non concesso che il sito sia concepito in modalità “responsive”), indicano un orario di ricevimento.
Idem per quanto attiene, dirigenti in testa, la comunicazione con le strutture del Comune.
Ciò che mi fa tristemente sorridere é che gli stessi Sindaci che hanno attivato il whatsapp del Comune non consentono l’interazione con il sito istituzionale.
Nel sito sono presenti le “gloriose gesta”, le dichiarazioni dei redditi, la Carta di Pisa (tutta l’iprocrisia dell’italiota giustizialismo), ma non è consentita l’interazione.
Se vogliamo che i cittadini interloquiscano con l’Amministrazione e recuperino fiducia con le Istituzioni dello Stato non bastano FOIA e SPID, è necessaria una nuova stagione dell’egovernment basato sui siti istituzionali.
Questo é la mia proposta e il mio lavoro. Poi le Linee Guida ci aiuteranno a postarli bene come fa Obama.
Ma, l’interlocuzione sarà sempre di più il cuore di tutto.
7) Per realizzare questa nuova stagione dei siti istituzionali altrimenti inutili se non per esplicare gli obblighi di legge, é necessario che le Amministrazioni si dotino di competenze sia informatiche, che comunicative, che organizzative (gli Avvocati non ci servono).
Naturalmente queste competenze non sono gratuite. Anche qui, basta con l’ipocrisia del “costo zero”, le competenze se sono tali si pagano.
Giuro che il prossimo articolo sarà dedicato a SPID (tornerò ancora sull’architettura dei siti), al progressivo abbandono della PEC e dell’uso della mail, al FOIA e a Amministrazione trasparente. Abbiate ancora un pò di pazienza.
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