Agenda digitale (rivista on line) ha pubblicato ieri una mia riflessione su Internet of Things e sulle Smart Cities.
Naturalmente vi rinvio alla lettura dell’articolo, e attendo le vostre riflessioni.
Esordisco con queste affermazioni “Non basta riempire le città di sensori per renderle intelligenti. Bisogna invece che siano un insieme di ecosistemi fondati sulle relazioni tra uomini e macchine, le quali sono un’estensione dei sensi umani. Ed è possibile solo se abbiamo pieno controllo dei dati.” Leggendolo integralmente avrete piena idea della mia visione.
L’articolo tratta naturalmente anche dei dati informato aperto. Capirete bene allora i motivi che mi portano ad essere “severo” con gli amici di Spaghetti Open Data. Diciamo che il mio è un atto d’amore. Sprecare simili talenti in nome della “trasparenza” mi pare sbagliato.
In realtà io vi propongo ben altre sfide open. Vi offro il futuro: far dialogare, in formato open uomini e macchine, generando così valore per una città. Costruire le fondamenta per la smart city.
Affermo nell’articolo “La “Città intelligente” è un luogo di forte interrelazione tra il “reale” e l’“immateriale”. Ma, ciò implica che l’essere umano deve avere la piena padronanza di tutti i dialoghi, di tutti i “dati” prodotti dalle interrelazioni tra gli uomini e gli oggetti. L’essere umano deve ancora maturare la piena “consapevolezza” dell’esistenza di questa ricchezza.”.
Mi auguro che proprio voi non siate da annoverare fra gli esseri umani “inconsapevoli” perché la vera sfida per il potere nei prossimi anni sarà proprio sull’uso dei dati. E, sicuramente, i dati ambiti non saranno “lo stipendio del Sindaco”.
2 risposte su “Internet delle cose, un approccio smart…e ancora sugli open data!!!!”
Ottima riflessione quella dedicata ad “Internet of things”, anche se forse un po’ troppo avanti con i tempi!
Ma mi interessava di più l’aggancio con gli Open Data e il loro collegamento con la Trasparenza (uso le maiuscole non a caso…!)…. E’ vero che probabilmente “lo stipendio del Sindaco” non è una dato economicamente rilevante, ma allora quando si parla di Open data a che cosa ci riferiamo???
E soprattutto quali sono i dati economicamente interessati che sono in possesso delle PA?
Purtroppo la normativa è ancora ferma alla Trasparenza, e quindi – forse – sarebbe utile una riflessione più approfondita anche in questo senso da parte di chi fa le leggi per le Amministrazioni!!
Si Patrizia, hai proprio ragione. Ad esempio sarebbe necessario discutere su una definizione giuridica del “dato di pubblica utilità”. Se leggi il mio libro “Smart Cities- Gestire la complessità urbana nell’era di Internet” troverai un’ampia riflessione su questi temi.
Attenzione IOT non è futuro è già rivoluzione in corso.