Europa (27) |
Italia |
|
Pmi che vendono on line |
13,4% |
3,8% |
Imprese che acquistano on line |
26,4% |
16,5% |
Popolazione che usa frequentemente internet |
53,1% |
45,7% |
Popolazione che usa servizi di on line banking |
36,0% |
17,6% |
Cittadini che usano servizi di e Government |
31,7% |
17,4% |
Famiglie con accesso alla banda larga |
60,8% |
48,9% |
Famiglie con accesso a Internet |
70,1% |
59,0% |
Popolazione che acquista online |
40,4% |
14,7% |
Fatturato imprese attraverso eCommerce |
13,9% |
5,4% |
Fonte: EC Digital Agenda Scoreboard (31 maggio 2011)
Ho avuto modo di partecipare, qualche giorno fa, all’Assemblea Annuale di Assinform 2011.
E’ stato presentato il 42° Rapporto sull’informatica, le telecomunicazioni e i contenuti multimediali.
MI riprometto nei prossimi giorni di commentarne alcune parti salienti, perché il Rapporto è ricco di dati e di commenti. Ma, ripeto vanno messi in connessione tra di loro.
Mi limito ad anticipare tre tabelle (spero che anche per Assinform valgano le licenze di creative commons) per far capire bene lo stato del nostro Paese.
TASSI DI CRESCITA DEI PRINCIPALI MERCATI IT IN EUROPA (2008-2010) variazioni % su anno precedente
Gemania |
Regno Unito |
Francia |
Spagna |
Italia |
|
2008 |
3,4% |
3,2% |
3,4% |
4,9% |
0,8% |
2009 |
-4,5% |
-6,7% |
-3,4% |
-9,1% |
-8,1% |
2010 |
2,6% |
1,3% |
1,5% |
-3,4% |
-1,4% |
Fonte: Assinform/Net Consulting
Attiro la vostra attenzione sulla seconda tabella che ci espone le variazioni percentuali (sull’anno precedente) della crescita -o del decremento- del mercato IT.
Naturalmente il dato IT non tiene conto delle telecomunicazioni.Questo dato assume particolare valore perché indica, al di là di ogni parola, la propensione di un Paese, dopo il 2009 anno peggiore della grande crisi, ad investire in Information Tecnology.
Ciò attiene, naturalmente, l’intero sistema Paese, le imprese di ogni dimensione, i servizi e, anche la Pubblica Amministrazione.
Il 2009 è stato “brutto per tutti”, ma in Italia in IT si investiva poco anche prima.
Ma, come, tutti affermano che gli investimenti in ICT (ci metto anche le telecomunicazioni) generano occupazione diretta e indiretta (1 a 5), aiutano le nostre imprese ad essere maggiormente competitive e poi…i numeri sono quelli della tabella che segue.
Industria |
Servizi eDistribuzione |
P.A.centrale |
P.A.locale |
|||||
2008 |
4,068 |
|
2,309 |
|
1,062 |
|
801 |
|
2009 |
3,681 |
-9,5%
|
2,136 |
-7,5%
|
1,016 |
-4,3%
|
760 |
-5,1%
|
2010 |
3,548 |
-3,6% |
2,038 |
-4,6% |
995 |
-2,1% |
753 |
-0,9% |
Fonte: Rielaborazione dati Assinform/Netconsulting
Appare evidente come l’IT venga considerato in Italia un costo sul quale intervenire, soprattutto nei momenti di crisi.
Come si vede ciò vale per tutti, per ogni settore. Forse varrebbe la pena di dare inizio ad un “rivoluzione culturale” per far capire come negli altri Paesi europei -dove pure si è tagliato nel 2009- gli investimenti ICT siano considerati la via principale per competere ed avviare di nuovo lo sviluppo. In Italia “ci si limita” a discutere di impossibili tagli alle tasse.
La tabella uno dimostra invece il gap del nostro Paese, rispetto all’Europa dei 27.
Lascio a voi ogni commento. Chiari i campi di intervento per un Paese che volesse darsi una coerente Agenda digitale.