Spessissimo ho rilevato il modo “dilettantesco” attraverso il quale molti “politici” italiani usano i social network.
Già durante la campagna elettorale per le elezioni europee gli svarioni eccedevano. Ad esempio si usava (Zanonato) Linkedin come un qualsiasi social, e così via.
Prendo spunto dal “povero” Fassina per rilevare un ulteriore uso sbagliato di Facebook.
In questi giorni Stefano Fassina per promuovere il suo libro “Lavoro e libertà” ha acquistato avvisi a pagamento su Facebook.
Fino a qua…. il problema sorge quando il 90% dei commenti è ingiurioso, volgare o, nella migliore delle ipotesi manifesta una evidente ostilità nei confronti dell’agire politico di Stefano Fassina. Pagare per evidenziare ostilità non è il massimo mi pare!!!
È questo il tipico caso di una presenza social NON GESTITA.
In questi casi, bisognerebbe rispondere ai critici, coagulare i pochi commenti positivi. In tutti i casi, fossi io Fassina, mi interrogherei a lungo sulle cause della diffusa ostilità nei miei confronti. Non penso che faccia piacere a nessuno essere insultato.
Sicuramente, prima di sbarcare con un avviso a pagamento su Facebook, consoliderei in altro modo la mia presenza.
Come vedete i social vanno affrontati in modo professionale.
Non so se Fassina paghi qualcuno per curargli la presenza web. Fossi in lui lo chiamerei a rapporto e imposterei attività più redditizie.
1 risposta su “La politica e i social – il caso Fassina”
Quello che dici è vero, ma andrebbe innanzitutto capito verso che target sono stati mirati questi annunci a pagamento: età, posizione geografica, soprattutto interessi…