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Digital Transformation

LA TRASPARENZA, LA STUPIDITÀ, IL NICKNAME

michele + vianello + foia +nickname

È facile raccontare le cose semplici agli amici di Facebook.

È difficile affrontare la complessità assumendosi responsabilità e convincendo le persone a cambiare.

 

Se c’é una cosa che mi infastidisce è l’uso sulle piattaforme web dei nickname.

Soprattutto, é inacettabile che dietro ad un nickname si pontifichi, si sproloqui, si offenda.

I siti, i giornali on line, i social network sono pieni di nickname e di sproloqui.

Oggi sul quotidiano la Stampa il filosofo Maurizio Ferraris alla domanda “Qual è la malattia del pensiero più pericolosa oggi?” risponde “L’imbecillità e non da oggi, da sempre, perché è connaturata all’essere umano».

Santissime parole.

Eppure siamo in epoca di trasparenza, di assessori alla trasparenza, di FOIA, di diritti digitali dei cittadini.

La Pubblica Amministrazione si deve aprire, deve rendere fruibili i suoi dati, deve consentire ai cittadini di interloquire liberamente.

È l’epoca del binomio FOIA/Open Government.

Tutto bello, tutto lineare, tutto democratico.

Qualche anno fa mi hanno raccontato, e io ci credo ancora, che la cittadinanza si basa sui diritti, sui doveri, sulla domanda consapevole di nuovi diritti e su una offerta politica.

Naturalmente é giusto, anche sul piano legislativo, affermare che gli strumenti digitali consentono di esercitare i diritti attraverso forme inedite di partecipazione.

Ed é altrettanto sacrosanto affermare che la trasparenza nella Pubblica Amministrazione mette a disposizione dei cittadini infinite quantità di dati, di conoscenze, di informazioni.

I dati (se interpretati correttamente), le conoscenze, le informazioni ci potranno aiutare ad esercitare una cittadinanza maggiormente ricca e consapevole.

Tutto questo é bello, giusto e affascinante.

Tuttavia, da tempo, riscontro come le piattaforme digitali siano popolate, quasi sempre dietro lo schermo dell’anonimato, di esseri umani che

esprimono le peggiori nefandezze e idiozie.

Si assiste ad un moltiplicarsi di bufale più o meno tragiche, alle profezie dei guri digitali, alle offese alle Istituzioni e alla politica e a chiunque osi minimante mettere in discussione le virtù assolute del popolo del web.

La consapevolezza delle potenzialità offerte dalle piattaforme digitali si fonda su un diffuso civismo (spirito civico) qualitativamente robusto.

Criticare é legittimo (ci mancherebbe), litigare sta nella natura umana, offendere, trollare, stalkerare dietro l’anonimato del nickname assolutamente no.

Cari cittadini, siate coerenti in epoca di trsparenza, assumete sempre la vostra vera identità, assumetevi le vostre responsabilità.

A dicembre mi auguro che i cittadini, con la loro vera identità, saranno in coda agli sportelli dei Comuni (sic!!!!) ad esercitare il diritto all’accesso civico. Grandi quantità di dati saranno finalmente a loro disposizione.

Il modo con cui questi cittadini racconteranno poi al mondo le nefandezze della Pubblica Amministrazione (o le virtù, almeno spero) mi auguro avvenga “mettendoci la faccia”. Troppo comodo nascondersi su Facebook o sulle chat on line dei quotidiani dietro ad un nickname.

Mi chiedo allora se gli Assessori alla trasparenza, al digitale potessero dedicarsi anche alla “trasparenza civica”. Non basta SPID quando la rete é infestata di nickname.

Il titolo della campagna potrebbe essere “abbandona il nickname, mettici la faccia”.

Mi piacerebbe davvero che tutto ciò potesse accadere.

 

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Michele Vianello + book + smart + citizen

3 risposte su “LA TRASPARENZA, LA STUPIDITÀ, IL NICKNAME”

Purtroppo questo pensiero porta a consegienze estreme.
In rete sono stato almeno un pochinpo, in epoca blog, noto con il mio pseudonimo SIAE nato su Radio3.
Facebook, in conseguenza a qualche segnalazone, mi ha costratto a usare il mio nome anagrafico col quale non mi conosce nessuno, alcuni mi hanno chiesto chi sono, altri mi hanno proprio cancellato.
A nulla è valso l’invio di un contratto Rai dove il mio nome e il mio pseudonimo sono presenti entrambi.
Legalmente, sarebbe sempre possibile risalire da William a Giuseppe Iannicelli.
Quindi io penso che l’incapacità rigidità a cogliere e valutare le differenze e ad accettarle sia un grosso limite di pensiero.
Cordiali saluti

ho letto l’articolo e ho trovato il punto di vista interessante; interessante, ma non completamente condivisibile, almeno non per quanto mi riguarda: sono sbarcata in rete nel 2000 e da anni frequento e lavoro in forum tematici, dove il nick regna sovrano; poi e’ arrivato facebook, dove invece nick se ne vedono molti meno: ebbene, malgrado tutto, vedo molta meno capacita’ di interagire con fairplay su facebook che sui forum, ci sono pagine intere dedicate a persone che, pur presentandosi con nome e cognome, non hanno alcuna difficolta’ (!!!) a scrivere i commenti piu’ stupidi, razzisti, idioti, offensivi (e potrei continuare a lungo) che si possano immaginare!

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