Come tutti sanno da qualche tempo è possibile postare su ADI-IDEARIO proposte che si presume verranno utilizzate per definire l’agenda digitale italiana.
La logica e gli intendimenti di base sono assolutamente condivisibili. Utilizzare la rete come catalizzatore di idee e proposte, farle valutare da una community, rappresenta un cambio di metodo e di passo che va segnalato come positivo nel nostro Paese. Tuttavia non dobbiamo essere schiavi di una community se questa esprime un’ottica non condivisibile.
Sono andato ad “occhieggiare” gli hot, i progetti più votati dalla community. Mi sono detto, forse trovo qualche buona idea da incubare qui al Parco.
E, in tutti i casi, la lettura degli “hot” rappresenta uno strumento di percezione su come la community “degli innovatori” italiani concepisce “l’innovazione digitale” (scusate la ripetizione).
Le due proposte più votate “Book in progress” e “Dal libro di testo al remix digitale” rappresentano una corretta richiesta di innovare le metodologie di insegnamento in Italia. Non si tratta, banalmente di “digitalizzare l’esistente”, ma di dare avvio ad un processo di condivisione e di apprendimento su WEB. L’unica mia osservazione alle proposte è che si potrebbero adottare piattaforme WIKI, concepite per la condivisione e la divulgazione del sapere, senza troppe “invenzioni”.
Il tema della condivisione delle idee, il cambiamento dei modi di insegnamento è in tutti i casi l’argomento maggiormente gradito e apprezzato dalla community. Però, quanta genericità e ingenuità!!!!
Poi, siamo alle perorazioni. “Wi-fi pubblico in tutte le piazze luoghi pubblici”, “Easy wi-fi”, “Banda larga anzi larghissima per tutte le scuole”.
Chi mi conosce sa quanto, in era pioneristica, mi sia battuto (e abbia fatto) per la diffusione della connettività. La definizione di “cittadinanza digitale” la ho coniata io, senza false modestie.
Qui però siamo agli inviti, senza un modello di business e di sviluppo. E’ diffusissima l’idea che wifi e banda larga siano la stessa cosa, ad esempio, nelle biblioteche pubbliche fibra ottica, non wifi.
In generale, un insieme di idee non molto approfondite.
Ciò che mi ha colpito negativamente è che non ci siano proposte inerenti l’influenza -decisiva- che la digitalizzazione ha sulla produzione, sull’apparato produttivo, in primis sui distretti produttivi italiani.
La mia conclusione è che si sia radicata nei nostri “internauti” l’idea che l’innovazione si deve fare prevalentemente nella Pubblica Amministrazione, o grazie all’intervento pubblico. Spesso queste convinzioni si intrecciano con la cultura antipolitica un pò troppo “di moda” di questi tempi.
Ovviamente la digitalizzazione deve investire tutto il mondo pubblico, della formazione e dell’insegnamento. Bisogna anche sapere che se a questa improrogabile dose di innovazione non segue poi un taglio del personale e un ricambio generazionale non si otterrà alcun effetto.
Ma l’innovazione digitale deve colpire in primis l’industria e i servizi privati. Su questo proposte quasi zero.
Mi auguro allora che la Cabina dell’Agenda Digitale non segua i nostri “internauti e orienti le poche risorse disponibili in altre direzioni.
1 risposta su “Le proposte postate su ADI (Agenda digitale italiana)…e l’innovazione nella produzione dove sta???”
Michele, il grigio su fondo nero non si legge assolutamente su ipad. AIUTO!!!!
Detto ciò, personalmente ho postato diverse proposte su temi di governace dell’e-government, che spero tu abbia visto. Cerca il mio nome ….