In generale vale la norma che un corretto processo di digitalizzazione cambia inevitabilmente i MODELLI COMUNICATIVI.
Potenzialmente un processo di digitalizzazione fa si che una organizzazione possa essere concepita come APERTA.
Si è portati a pensare che basti la NORMA per cambiare la qualità della comunicazione digitale nella Pubblica Amministrazione. In realtà non è assolutamente così.
Piaccia o no, ad oggi, l’uso degli OPEN DATA è appannaggio di piccole cerchie di “appassionati”, di “esperti”, di “adepti”.
Il motivo sta nel fatto che la stragrande maggioranza delle imprese e dei cittadini non ne hanno trovato utilità alcuna. L’educazione all’uso degli open data è assieme un fatto di FRUIZIONE e di COMUNICAZIONE.
La stessa cosa sarà per il F.O.I.A., se si ridurrà ad essere un supporto alla attività populistica di ristrette “sette” di avvocati e di esperti.
LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI COMUNICANO MALISSIMO SÉ STESSE, IL LORO ESSERE GESTIONALE ED ORGANIZZATIVO. ALL’OPPOSTO L’ESSENZA DEL COMUNICARE É OGGI CONDIVIDERE.
Un altro aspetto della mia attività é quello di coadiuvare la P.A. nel modificare i propri modelli comunicativi.
Ecco di seguito alcuni principi ai quali mi ispiro e che vi offro.
1) I principi di CONDIVISIONE e di TRASPARENZA devono ispirare i modelli comunicativi nella P.A..
L’uso dei canali digitali consente di condividere in modo estremamente efficace, rispetto al passato, ogni messaggio e di arricchirlo attraverso le interazioni con i cittadini.
Pensateci bene: una finalità delle leggi in materia di digitalizzazione é quella di rendere la P.A. più efficiente, ma una migliore comunicazione é la condizione per generare efficienza.
2) La comunicazione ispirata dal principio di CONDIVISIONE va praticata sia nelle relazioni interne all’Ente che nei rapporti con i cittadini.
Quando c’é la condivisione della conoscenza e del flusso lavorativo, si genera più efficienza.
3) Le attuali strutture organizzative nella P.A. sono concepite per rispettare i PROCEDIMENTI e non per realizzare PROCESSI di fruizione.
Le attuali strutture organizzative impediscono una corretta comunicazione.
4) Il presidio dei processi comunicativi è una formidabile posizione di potere. Molto spesso chi presidia i canali comunicativi esprime un atteggiamento di conservazione dell’esistente.
5) Ciò che andrà realizzato (l’obiettivo da raggiungere) é un ECOSISTEMA WEB come veicolo organico di comunicazione BIDIREZIONALE.
6) Ciò che andrà comunicato non dovrà essere “abbiamo digitalizzato il nostro Comune”.
Ciò che andrà comunicato ai cittadini sarà “da oggi potrai parlare liberamente con noi”.
Non affermate mai “da oggi siamo più efficienti”.
Saranno i cittadini a dire “sono più efficienti”.
7) Il sito istituzionale di una P.A. dovrà essere ispirato dalle “LINEE GUIDA DELL’AGID“, soprattutto dovrà trasformarsi in un HUB di INTERAZIONI.
Eliminate quindi i “SITI MAPAZZONE” che contraddistinguono oggi la Pubbica Amministrazione (e non solo…).
8) Pensate, quindi, che anche “Amministrazione trasparente” può essere presentata in modo diverso.
Non me ne abbia il Comune di Tortona (scelto casualmente) se il suo sito è uno dei tanti, concepito secondo la logica della “comunicazione burocratica” ai cittadini.
Si può comunicare bene anche una tipica sezione burocratica come “Amministrazione Trasparente” anche utilizzando qualche infografica, formati corretti, definizioni esatte che consentano ai motori di ricerca come Google di trovare ciò che si cerca senza inutili perdite di tempo.
9) La comunicazione digitale si basa su principi completamente diversi da quella analogica dei media tradizionali.
La comunicazione digitale ti impone, a monte, di porti un interrogativo “con chi sto parlando?” “come voglio che venga rentepretato e raccontato dal cittadino il MESSAGGIO ORIGINARIO?”
10) Anche nella P.A. vale una regola generale della comunicazione WEB.
Un messaggio è comunicato efficacemente quando genera INGAGGIO (engagement) dei destinatari.
Il comunicatore deve entrare sempre di più nei panni di un cittadino che si interroga sul perché dovrebbe mettere la sua faccia, condividendolo, su un messaggio lanciato dal Comune di Gorgonzola.
11) Una corretta comunicazione deve eliminare ogni pretesa di autoreferenzialità.
Non basta dire SPID o affermare che la fruizione dei servizi é disponibile on line.
L’esistenza di SPID e dei servizi on line va raccontata efficacemente a tutti i cittadini.
Il nostro obiettivo sarà quello di attivare il “passa parola” tra i cittadini.
12) Il web non va subito. Giocate all’attacco, motivate tutte vostre scelte, occupate ogni spazio.
Non avete nulla da temere e mille attività da raccontare.
13) “Mamma mia, non ho parlato di Facebook e di Instagram” … “E chi se ne frega, sono solo degli strumenti!!!”
A questo punto vale solo un principio del mitico Guy Kawasaky che suona pressapoco così “affidereste la vostra comunicazione web a chi ha meno follower di voi o dice che Facebook va praticato con cautela??? (anche se ha frequentato tre master alla Bocconi)”
14) Commettendo un imperdonabile errore ho utilizzato sempre il verbo “COMUNICARE”.
“COMUNICARE” contraddistingue un messaggio “IMPERATIVO” e “UNIDIREZIONALE!.
Sicuramente, anche se lessicalmente molto brutto, sarà il caso di utilizzare il termina “CONDIVIDERE INFORMAZIONI”.
Ma, come é noto, al processo di condivisione (delle informazioni e del potere) si opporranno tutti i burocrati.
NEL MIO LIBRO SUGLI SMART CITIZEN AFFRONTO DIFFUSAMENTE QUESTI TEMI. SE VUOI LEGGERE IL MIO LIBRO SCARICALO CLICCANDO QUI