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Ma, davvero una smart city si deve costruire ex novo?

Si è diffusa nel tempo la stranissima convinzione che le Smart Cities siano delle entità urbane da costruire ex novo o da trasformare profondamente.

Spessissimo ai convegni i relatori ci sottopongono, con dovizia di particolari, i casi delle nuove città Smart.

Ed ecco nell’ordine:

Boulder City nel Colorado;

Songdo Korea;

Lavasa India;

PlanIT Valley Portogallo;

Masdar City Emirati Arabi.

Potrei citare così altri esempi di città smart. Ma, queste non sono città, sono dei pilot.

In questi casi si tratta di dimostratori di singoli aspetti di una città smart. Spesso, seguendo questa impostazione, si ritiene che la città smart sia un ambiente urbano sostenibile sotto il profilo ambientale. La sostenibilità ambientale è un aspetto, ma “solo” un aspetto della città smart.

Ad esempio, la pluricitata Masdar è la città delle auto elettriche e dei mezzi pubblici di trasporto elettrici. Paradossalmente Masdar potrebbe essere una città ad emissioni zero, ma intasata da auto e mezzi di trasporto elettrici. In tutti i casi la realizzazione di Masdar impegna l’investimento di miliardi di dollari.

Masdar sarà abitata da poco più di 40000 abitanti e frequentata da 50000 pendolari. Secondo i nostri parametri Masdar sarebbe una medio/piccola città.

Un pilot, appunto.

Consiglierei allora di evitare le banalità esposte nell’articolo “Città smart: in Italia se ne parla, nel mondo si costruiscono“. Così si mettono fuori strada lettori e amministratori.

La grande sfida che in Italia si trovano ad affrontare le governance cittadine (Amministrazioni, stakeholders, city user) è quella di rendere smart un tessuto urbano “vissuto”, una città che già esiste senza per questo limitarsi a disseminarla di tecnologie.

Una città non è smart in ragione del numero di sensori dei quali è disseminata.

Esemplificando, una città non è smart se è disseminata di sensori, una città è smart se i cittadini CONSAPEVOLMENTE utilizzano tecnologie (ICT) per generare e condividere conoscenza.

D’altronde l’ICT è la rivoluzione del modo di comunicare tra gli esseri umani e l’affermazione di una diversa gerarchia nella formazione e nella gestione della conoscenza e dell’intelligenza.

Come avrete ban capito la città è intelligente (smart) se l’essere umano tornerà ad essere al centro dei processi.

 

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