Leggo sul numero di Wired di agosto il seguente titolo “David Gentili ha regalato alla sua città un sito per denunciare illeciti su appalti e procedure in maniera anonima”.
Ma siamo impazziti!!!
Una antica oligarchia, quella veneziana, consentiva al cittadino, in incognito. di presentare le sue denunce infilandole (di notte) in una fessura denominata “la bocca della verità”.
Era l’opposto di quanto previsto da ogni sistema democratico.
Se un pubblico dipendente è a conoscenza di episodi di corruzione et similia si presenta, accompagnato da un Avvocato, in Procura della Repubblica e si assume le sue responsabilità.
Già l’Italia è un Paese ammalato di giustizialismo e avvelenato dallo scontro pro o contro i Magistrati, se poi la giustizia si esegue protetti dall’anonimato via web, veramente siamo alla barbarie civile e giuridica.
Spero sia solo una svista di Wired.
Internet e il web sono solo strumenti, non sono “la via, la verità e la luce”. Questo lo lascio ai pessimi romanzi di fantascienza.
6 risposte su “No, cari amici di Wired, questa volta non sono d’accordo con voi”
Caro Michele,
non siamo affatto impazziti. E non siamo nemmeno diventati così “tecnosoluzionisti” come direbbe Evgeny Morozov, da pensare che la tecnologia sia la luce e la risposta a tutti i problemi.
Proprio come dici anche tu, crediamo che le persone debbano essere al centro dei processi. Le tecnologie sono uno strumento. Il digitale, in particolare, è uno strumento potentissimo se ben utilizzato. Pensiamo che l’iniziativa di David Gentili vada in questo senso, perchè molto pragmatica e concreta.
Mi spiego meglio. Chi denuncia deve assumersi le sue responsabilità, è vero. Ma se in questo paese abbiamo una corruzione percepita che per un italiano su due è in aumento (i dati sono di Transparency International http://www.transparency.org/gcb2013/country/?country=italy) e ci costa come paese 60 miliardi l’anno (dati di Libera http://www.riparteilfuturo.it/) forse dobbiamo chiederci se la denuncia fatta di persona in Procura sia davvero l’unica strada attuabile.
Dati alla mano, dobbiamo dirci che, o agli italiani piace la corruzione, o questa strada della denuncia personale si è dimostrata molto poco efficace.
Noi propendiamo per la seconda ipotesi e perché vediamo diversi ordini di problemi:
– la denuncia di pesrona, in Procura, ha un alto costo personale per il “whistleblower” e non tutti possono permettersi un avvocato.
– arriva tardi: perché la magistratura possa agire deve esserci reato. In più i tempi sono lunghi e costosi.
– non previene: basta leggere la cronaca giudiziaria per capire che a monte di molti reati legati alla PA ci sono buchi nelle procedure e nei controlli. Tanto che spesso ci si chiede: ma non se n’è accorto nessuno prima che si dilapidassero milioni dei nostri soldi? Vedi il caso dell’arresto di Patrizio Mercadante, ex-funzionario dell’assessorato Famiglia del Comune di Milano.
Abbiamo perciò voluto dare spazio all’innovazione introdotta dal Comune di Milano (neppure loro sono impazziti, l’hanno votato in Consiglio!) perchè punta, con molto realismo e buon senso, a migliorare questa situazione.
Certamente ci saranno molte segnalazioni senza fondamento, forse più calunniose che documentate. Forse queste saranno anche molto più numerose di quelle giustificate ed effettivamente utili.
Starà all’organismo di vigilanza creato dal Comune saper distinguere il grano dal loglio.
Crediamo però che quello immaginato da Gentili sia un canale in più e molto utile sia sul fronte culturale che su quello pratico. Gli facciamo un grosso in bocca al lupo e speriamo che altri seguano il suo esempio!
Grazie davvero. Non sono d’accordo con le Vostre argomentazioni. Ancora meno con la scelta dell’Amministrazione milanese. Mi sembra gravissima. Lo dice uno che una qualche esperienza da amministratore la ha maturata. Naturalmente la mia sarà una replica meditata. A domani.
“Già l’Italia è un Paese ammalato di giustizialismo”…
Sentire uno che si dichiara di sinistra parlare come la Santanché francamente dà un po’ fastidio…
Caro Daniele il giustizialismo non è mai appartenuto alla cultura della sinistra.
Forse non mi sono spiegato. “Giustizialismo” è un concetto falso e distorto introdotto dalla cultura berlusconiana. In Italia non c’è alcun giustizialismo: c’è solo una sana e sacrosanta sete di giustizia.
D’accordo sulla sette di giustizia, ci mancherebbe.