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Osservazioni al documento ministeriale: “Linee guida per i siti web nella PA”

Questo pezzo è stato scritto per il blog “Innovatori PA” http://www.innovatoripa.it/

Innovatori P.A. ha sollecitato una discussione sul documento presentato dal Ministro Brunetta “Linee guida per i siti web della PA”.

Ho letto con molta attenzione il documento. Provo ad avanzare alcune osservazioni.

Chi scrive questo post è convinto che la riforma della Pubblica Amministrazione in Italia passa attraverso una profonda opera di delegificazione.

Chi mi conosce sa le i cambiamenti più importanti attuati in Comune di Venezia (tutti web oriented) sono avvenuti indipendentemente dai processi legislativi. Le leggi devono regolare i processi in corso, non prefigurare i processi, altrimenti sono delle costrizioni che impediscono ogni processo di rinnovamento, anche nelle forme contraddittorie che spesso assume.

Bene o male, la stragrande maggioranza delle Pubbliche Amministrazioni di ogni ordine e grado si sono dotate di propri siti WEB. La grande maggioranza andrebbero ripensati.

Secondo quali criteri?

la legge (le linee guida ministeriali) devono limitarsi esclusivamente a due terreni, peraltro già abbondantemente legificati: l’accessibilità e le policy per garantire la sicurezza.

Il resto è frutto di una discussione (e di scelte) politica e culturale, meno burocrazia c’è, meglio è. Il documento ministeriale è chiaramente scritto a più mani, e dimostra una assenza di omogeneità culturale.

Ciò che manca tuttavia, ed è fondamentale, è la consapevolezza che il WEB non è uno dei tanti strumenti di comunicazione, è lo strumento fondamentale di interazione tra i cittadini e le Istituzioni (le imprese, gli enti culturali, la politica) nell’epoca moderna.

Ciò che manca è la consapevolezza che il WEB è lo strumento per la riforma della PA, anche nelle sue prassi lavorative. Il processo di riforma della macchina e della sua organizzazione non può essere disgiunto dai modi di partecipazione dei cittadini.

La partecipazione non è la conoscenza degli stipendi dei pubblici dirigenti, francamente dato scarsamente interessante. Questa è un’idea punitiva e giustizialista del pubblico impiego.

Naturalmente, WEB non è un portale- WEB è 2.0, cioè “condivisione”, assenza di filtri nelle interlocuzioni, macchina amministrativa che si adatta ai bisogni dei cittadini e non viceversa.

Francamente, “emoticons” non serve a nulla, se non a sancire l’idea che la PA è riformabile attraverso un conflitto perenne tra i cittadini e i pubblici dipendenti.

Chi scrive è colui che ha coniato (e praticato), quando non si usava, il termine Amministrare 2.0. Francamente l’idea di Amministrazione 2.0 evidenziata nel documento ministeriale è limitativa e sbagliata.

D’altronde un modo limitativo e sbagliato del 2.0 è comune a molti Pubblici Amministratori e a parte del mondo politico.

Casualmente sono capitato sul sito di un Comune (non cito, non sarebbe elegante) che evidenziava una sezione WEB 2.0. Si entra nella pagina e si scopre che il Comune è iscritto a Facebook, a Twitter. WEB 2.0 non è l’iscrizione ai social network. WEB 2.0 è filosofia e cultura della condivisione, della disintermediazione.

A tale proposito il documento ministeriale raggiunge l’apice della contraddittorietà,  quando nella sezione “Componenti funzionali per la costruzione dei siti web della PA” al punto b) (servizi di collaborazione con cittadini ed imprese) definisce come non obbligatori (non necessari) Wiki, Blog, Folksonomia, Social Bookmarking, Forum, Istant Messaging Rss, ecc. Queste sono le piattaforme e gli strumenti del WEB 2.0

Naturalmente l’Emoticons (che con il 2.0 c’entra come i cavoli a merenda) è obbligatorio.

L’ignoto estensore scrive: “…L’introduzione di questa tipologia di servizi in un sito di PA può essere pianificata esattamente come tutte le altre tipologie di servizi, ma con un’attenzione in più dovuto alla loro natura di produzione collettiva, con tutti i vantaggi (tanti) e le criticità che questa modalità redazionale porta con sé.”

Il WEB 2.0 non è un problema redazionale, ma di concezione della PA e dei rapporti con i cittadini.

Cari Innovatori PA alla Fiera, al Camp del prossimo maggio ci accingiamo a discutere il documento Amministrare 2.0, frutto di un lungo e tormentato lavoro. Mi auguro che non facciamo finta di nulla.”

Il documento ministeriale si trova all’indirizzo http://www.innovazionepa.gov.it/comunicazione/notizie/2010/marzo/09032010—pubblicate-le-linee-guida-per-i-siti-web-delle-pa.aspx
Un pò di WEB 2.0 nella PA si trova nel sito del Comune di Venezia all’indirizzo http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/21871
Naturalmente qualche approfondimento lo trovate sul mio libro “Ve 2.0 Cittadini e libertà di accesso alla rete” http://www.marsilioeditori.it/component/marsilio/libro/3179952-ve-20

4 risposte su “Osservazioni al documento ministeriale: “Linee guida per i siti web nella PA””

Gentile Michele Vianello,
non trovando un suo contatto diretto, approfitto di questo luogo di conversazione scriverle.
Innanzituttto complimenti per le iniziative che sta portando avanti, dal Cowo, ai rapporti tra web e politica, fino alla “cittadinanza digitale”.

Proprio su quest’ultima vorrei soffermarmi poiché qualche anno fa (era il 2006) le presentammo il nostro progetto sperimentale per sviluppare una rete wifi gratuita e a basso costo per il Comune qui a Venezia.
Ricorda il Venice Bridge Project? http://www.studioplano.com/venicebridgeproject/

Purtroppo, una volta sottoposto il progetto, non abbiamo mai ricevuto risposta ma abbiamo visto che è una strada che poi lei ha deciso di perseguire e per cui si è impegnato in prima persona.
Dal punto di vista di cittadini siamo contenti per la nostra città .
Da “cittadini proattivi” quali siamo, essendoci da lungo tempo impegnati in progetti per la città, non le nascondo la nostra delusione per non aver dato seguito alla nostra proposta. Anche solo come interlocutori per lo sviluppo prossimo del progetto che poi ha contribuito a realizzare.

Apprezzando la sua visione, la sua fiducia nei social media e nei sistemi aperti, nel talento e nella partecipazione, le faccio i miei migliori auguri per i suoi progetti e speriamo in futuro ci sia la possibilità di contribuire/collaborare sapendo di poter fare rete, nel vero senso della parola.

Un saluto cordiale,
Michele Prevato

Grazie Michele Prevato. Naturalmente il progetto “Cittadinanza Digitale” non si ferma qui. Siamo solo all’inizio. Sarà interessante vedere l’atteggiamento della nuova Amministrazione che mi auguro sarà positivo. In tutti i casi al VEGA sto portando avanti una politica di estensione della rete e della connettività. Vediamo se a un certo punto le nostre strade potranno di nuovo intrecciarsi. La saluto cordialmente.

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