E’ apparso oggi sul quotidiano “La Repubblica” un articolo di Federico Rampini dal titolo “Perché il potere ha paura del web” (http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/01/25/news/potere_web-2065556/).
Il titolo prometteva qualche interessante riflessione sul potere e il web. L’articolo commenta lo scontro in atto tra Google e il governo cinese.
La tesi, suggestiva, sostenuta da Rampini è che la scelta degli Stati Uniti di attaccare la Cina per aver voluto imporre a Google restrizioni e censure sia riconducibile, oltre che a motivi etici, anche ad una guerra in corso per il controllo del “ciberspazio”.
Qualche fondamento c’è indubbiamente. Mi preme sottolineare come questa vicenda stia a dimostrare la straordinaria forza del web. Le regole e gli “autoritarismi” degli stati nazione sono difficilmente applicabili al web.
Ciò non vuol dire che non ci debbano essere regole e che il web vada considerato come una sorta di far west. Il web ha un grande bisogno di darsi delle regole democratiche.
Tuttavia anche questa vicenda dimostra che il web e le sue potenzialità di espressione sono una vera e propria bestia nera per tutti i regimi autoritari e, perché no, anche per la politica tradizionale.