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Perorazioni e consigli per l’Agenda Digitale

Nelle prossime settimane il Governo espliciterà attraverso provvedimenti legislativi i provvedimenti destinati a realizzare in Italia quanto previsto dall’Agenda Digitale.

Le anticipazioni giornalistiche, tuttavia, mi inducono ad avanzare qualche suggerimento in qualità di addetto ai lavori, sia nel mondo I.T., che nella gestione di incubatore d’impresa.

  1. Sembra che quando si parla di innovazione I.T. grande parte dell’attenzione sia rivolta alla Pubblica Amministrazione. Ciò non è corretto. L’impresa privata italiana gioca una parte rilevate della sua competitività attorno all’innovazione di processo/prodotto attraverso l’assunzione di applicativi su cloud computing, l’uso dei social per l’azienda, e così via. Paradossalmente c’é più bisogno di innovazione I.T. nel privato che nel pubblico. Non mi pare ci sia la sufficiente attenzione a questo aspetto della competitività italiana. Ovviamente la P.A. va massicciamente innovata, ma i problemi non si risolvono digitalizzando l’inefficienza indotta dalle norme.
  2. Mi auguro che quando si parla di misure per favorire la nascita di nuova imprenditoria, ci si proponga, in primis, di rafforzare i luoghi, a partire dai Parchi Tecnologici, dove i giovani trovano un ambiente e servizi che creano innovazione. Se i provvedimenti fossero rivolti prevalentemente a coloro che “producono” imprese per poi rivenderle saremmo in presenza di un’idea limitata della realtà delle startup in Italia.

Piccoli suggerimenti, naturalmente, che provengono però da chi in Italia opera davvero nell’innovazione.

3 risposte su “Perorazioni e consigli per l’Agenda Digitale”

Concordo specialmente su un punto che trovo illuminante:”Ovviamente la P.A. va massicciamente innovata, ma i problemi non si risolvono digitalizzando l’inefficienza indotta dalle norme.”

Oltre a rafforzare i parchi tecnologici bisognerebbe far sì che questi diventino luoghi in cui pubblico e privato vanno a caccia di teste nuove-pensanti e non rimangano piccole “prigioni di lusso” per questi cervelli.

Incentivare pubblico e privato affinchè attinga da questi luoghi a man bassa facendo vero “trasferimento tecnologico” portando al proprio interno “teste innovanti”.

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