Devo dire che passare una mezza giornata con gli analisti di Gartner (Andrea di Maio e Pier Luigi Piva) è sempre una bella esperienza.
Sono quelle occasioni in cui, quando parli di “città come organismi digitali interconnessi e intelligenti”, di oggetti e macchine che dialogano con persone (e viceversa), non ti guardano come se tu fossi un pazzo pericoloso da internare.
Presenti un progetto -visionario- per concorrere alle call europee, ottieni dei consigli utili, spassionati, scomodi (grazie Andrea), impari sempre qualche cosa di nuovo e utile.
E’ la dimostrazione che, anche in Italia, c’é chi guarda in avanti con occhi innovativi e visionari. (e io, modestamente, lo nacqui. Come diceva Totò)
Grazie Gartner.
Tornando alle tristezze quotidiane, segnalo poi, per indicare quanto ci sarebbe da fare -e da investire utilmente- per innovare, l’articolo apparso sul Corriere questa mattina “Banche dati e incroci fiscali, l’algoritmo acchiappa-furbi”.
Ve ne consiglio la lettura. Poi, se volete lo commentiamo, soprattutto con i miei amici che si occupano di open government.
4 risposte su “Si può essere visionari anche Italia – Basta frequentare i posti giusti”
Caro Michele ti vedo sempre online ma non ci siamo mai parlati o se e successo me lo sono dimenticato, scusa.
Fare come professione il produttore di innovazione di sicuro non è una cosa facile ma esiste una aspetto particolare di cui vorrei dire due parole. In un momento di grande crisi idee moldo valide possono contribuire fortemente ma come mettere d’accordo il ruolo professionale dell’inovazione con quello etico e della comunita?Non credi che almeno in questa enorme emergenza che si sta verificando il ruolo di cittadini dovrebbe in qualche modo prevelere?
Grazie
Mai domanda fu più appropriata. Non sto scherzando.
Ovviamente non spetta a un Parco Scientifico fare politica e rispondere alle emergenze.
Noi possiamo (potremmo) offrire stimoli al cambiamento.
Esempio: uno dei nostri settori di ricerca è l’uso responsabile dei social per “migliorare” i processi democratici e sulle governance.
Ho esemplificato, ma penso che questo modesto es. Possa dimostrare come si possa influire, al di là della politica tradizionale, sui processi in atto.
Ringrazio te per l’introduzione.
Perchè Venezia non fa parte delle European Smart Cities (http://www.smart-cities.eu)????
Francamente non lo so caro Paolo. Non sono più in amministrazione, lavoro molto come Parrco Scientifico sulle smart come puoi vedere dalla mia attiviità. Ti segnalo, se non lo hai ancora visto la pag. su Facebook “Città sostenibili”. Grazie. Michele