Ormai è ufficiale.
Se ne vociferava da tempo nelle redazioni dell’Huffington Post e di Wired. Ne avevano spettegolato su AppleBlog e su Technorati.
Una rivoluzione sta sconvolgendo il mondo dell’Information Technology.
Ma, cosa sta succedendo, si chiede la Silicon Valley?
In gran segreto, in uno Starbucks di Mountain View, si sono incontrati Tim Cook (Apple), Larry Page e Sergey Brin (Google), Jeff Bezos (Amazon), il gotha della Silicon Valley.
“In questi anni abbiamo sbagliato tutto”, hanno convenuto i presenti.
Davvero tutto, “abbiamo inondato il mondo di 3,5 miliardi di smartphone e di 500 milioni di tablet, abbiamo puntato tutto sul cloud computing”.
“Abbiamo pensato che il mondo fosse incentrato su Internet, abbiamo abolito le porte USB sui tablet, abbiamo pensato che la JVM (Java Virtual Machine) fosse un retaggio del passato”.
“Dobbiamo cambiare gli indirizzi del nostro business, il mondo sta andando in un’altra direzione. Noi non ce ne eravamo accorti”.
Un gruppo di geni dell’informatica, in una città chiamata Venezia (non Venice in California, non facciamo confusione!!!), ha ideato uno straordinario device fisso, una carta con microchip. La hanno chiamata IMOB.
Questa carta -di plastica- la cui tecnologia sarà la base per la #CARTAUNICADELLACITTÀ, per essere ricaricata (e la cosa ha preoccupato molto Jeff Bezos) necessiterà di un lettore individuale, esterno (la cosa ha preoccupato molto Google ed Apple) ed “esclusivamente” di piattaforme Windows (ma come non erano estinti questi dinosauri!!!).
Naturalmente, di fronte alla genialità di questi startupper (si chiamano ACTV e VELA, tutti ventenni), Amazon, Apple, e Google, Samsung, LG e CISCO (si erano fermati a bere un caffè anche loro), hanno deciso di cambiare la loro strategia.
Atto primo: hanno deciso di ritirare dal commercio i loro smartphone e i loro tablet fin dal prossimo Natale. Apple, ad esempio, non venderà più il mini IPAD, venderà la mini IMOB.
Atto secondo: hanno deciso di produrre 4 miliardi di IMOB da vendere in tutto il mondo (anche nell’Africa profonda, dove, come è noto, usano ormai da tempo i telefonini come carte di debito e di credito).
Atto terzo: hanno deciso di finanziare l’implementazione di uno studio per sviluppare l’IMOB, la JVM, i device fissi, le porte USB e naturalmente il layout delle biglietterie di VELA. L’EXPO 2015 incalza, non vogliamo mica farci trovare impreparati!!!!
Caspita, Venezia e le sue genialità ancora una volta hanno sconvolto il mondo.
Ovviamente il mio è uno scherzo. Meglio un brutto sogno che può diventare realtà.
Come è noto a tutti (tranne che ai nostri geniacci startupper di VELA e di ACTV) il mondo ormai attua le transazioni finanziarie (ecommerce) prevalentemente in mobilità. Il mondo si collega ad Internet prevalentemente in mobilità, il mondo usa tablet e smartphone, il mondo usa, su mobile, piattaforme Android (Google) e IOS (Apple).
Invece, secondo ACTV/VELA, che hanno pensato di rovesciare il mondo, se io volessi caricare il mio IMOB senza andare allo sportello dovrei nell’ordine:
dotarmi di un hardware dedicato (ma io che uso un tablet, come faccio?);
ricercare un hardware dedicato, perché IMOB usa oggi 3 standard diversi tra di loro (uno Calypso obsoleto);
procurarmi i driver per abilitare la piattaforma (io e molti altri non usiamo Windows, io uso Apple, molti usano Linux);
in tutti i casi nella mia macchina dovrei installare la Java Virtual Machine (o averla preinstallata, cosa improbabile visto che JVM appartiene all’antichità greco romana).
Come avete capito per ACTV/VELA il centro del mondo è l’IMOB, non i clienti. Pensate agli stranieri….
Concludendo:
chi usa tablet e device mobili (cioè il mondo intero, se volete esibisco statistiche, numeri e dati dei principali istituti di ricerca), per sua fortuna, è escluso dalla rivoluzione di ACTV/VELA (di che carta unica parla il geniale Presidente di VELA????);
chi usa un P.C. (razza in estinzione, é Personal Computer, non Partito Comunista) da casa dovrà acquistare un lettore; pregare Dio di avere preinstallata una JVM; installare i driver, configurare il tutto; aggiungere sale e pepe e olio;
sperare che funzioni e che non si pianti tutto.
Spero che chi “se ne intende” nella comunità globale manifesti pubblicamente la sua esecrazione per questo autentico delirio. Altro che Venezia smartcity.
Ma, vi sembra una cosa normale?
Consiglio agli amici dell’ACTV/VELA (che naturalmente sfido a singolar tenzone sul WEB, scelgano loro l’arma: Facebook o Twitter) di lasciare tutto così come è fino a naturale estinzione dell’ IMOB.
Se hanno qualche soldo da investire lo dedichino (come sta facendo Milano ad es.) allo studio dell’interoperabilità tra i lettori IMOB (che capisco devono essere ammortizzati) e gli smartphone.
4 risposte su “Silicon Valley, ACTV, VELA, IMOB e….Expo 2015”
Caro Michele, l’ impulso del tuo entusiasmo digitale resta sempre vivo, complimenti. Omettiamo pure di discutere di qualche “geniale intuizione” a te direttamente imputabile quando per anni hai avuto la principale responsabilità diretta dell’ Amministrazione comunale nell’ informatica (imob compresa: potevi rottamarlo all’ epoca, no?). Ti rassicuro ancora una volta, comunque. La possibilità di scrivere su imob in sicurezza con device standard (che saranno installati in luoghi pubblici collettivi, per lo più, ovviamente) è uno step decisivo verso lo sviluppo mobile, non è fine a se stesso. Tu che conosci l’ architettura imob potresti facilmente intuire come. Ma visto che hai proposto un gioco, ti sfido io: indovina, fai lavorare la tua fantasia sistemistica. Io ti dico acqua/fuoco, OK?
Se no aspetta qualche mese, e la soluzione sarà pubblicata capovolta nell’ ultima pagina della Settimana enigmistica.
Un abbraccio
Sandro Moro
Caro Sandro, attendevo fiducioso e sei giunto.
Premesso che IMOB non è mio figlio (per fortuna) me lo sono trovato servito in tavola, investimenti compresi (sono arrivato dopo) e ho provato a superarlo…non ci sono riuscito, dovresti ben ricordarlo, c’eri anche tu!!! Il resto è tecnologia superata ti sfido a dirmi il contrario…su questo non intervieni, non sai, non puoi, chi lo sà. Il peggio che si può fare è insistere negli errori. Perché non rendete pubblici in rete i vostri progetti e chiedete al web (gratis) di aiutarvi si chiama crowdsourcing??? si usa in tutto il mondo. Perché aspettare ancora qualche mese. E’ difficile che mi fidi di voi…ne ho viste troppe. Ricambio l’abbraccio.
p.s. in tutti i casi dovresti sapere bene che la tua Azienda e ACTV sono sempre state “autonome repubbliche dell’informatica” e mai..mai si è potuto dire nulla..chissà perché???
ecco poi se nei vs progetti e disegni ci mettete in mezzo anche l utente medio, che tra un po non ha nemmeno i soldi per pagare il bilgietto o abbonamento, magari riuscite a trovare una soluzione piu semplice o banale. Io al posto vs mi dare un obiettivo risparmiare su progetti vecchi ed inutili puntando all ottimizzazione dei servizi magari migliorandoli. Magari poi gli utenti alle prossime elezioni si ricordano di voi ed un votarello ve lo danno ancora…….
Veramente questa risposta andrebbe girata ad ACTV e VELA. Francamente io dei voti…..