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Smart cities: allargare il cerchio dei “pochi eletti”

Gli amici di The Innovation Group hanno organizzato ieri uno straordinario evento sulle città digitali.

Ottima e qualificata la presenza dei relatori e del pubblico.

Eppure…. eppure non si capisce che la Smart Cities rappresenta una radicale trasformazione degli ambienti urbani, sotto ogni aspetto, e una grande, unica opportunità per chi persegue politiche di sostenibilità ambientale.

Come ho avuto modo di affermare nel mio intervento (di seguito allegato/scaricabile su SlideShare), la Smart City non è la somma di tanti oggetti o applicativi smart.

La smart city non è il frutto dell’evoluzione della tecnologia ICT. L’evoluzione di Internet è una precondizione essenziale, è il formidabile brodo di coltura delle politiche smart verso le aree urbane.

Ancora non ci siamo. I convegni sono numerosi, molto frequentati, molto partecipati, le suggestioni di Carlo Ratti ottime, ma siamo ancora una cerchia di eletti.

Viene sottovalutata l’azione e la presenza delle persone (come ben evidenziato nell’ottimo intervento di Cristina Farioli di IBM) e quindi si trascura l’effetto che i dialoghi che le persone sviluppano sui social sono parte della vita di una città intelligente e un’evoluzione degli strumenti di governo.

Mi accorgo con preoccupazione come vengano confusi i concetti di governance di una città intelligente e il governo inteso come Istituzione. Potrei continuare…, naturalmente continuerò.

Il tema della smart cities è troppo importante anche per il Parco Scientifico che mi onoro di dirigere per lasciare perdere.

Nel frattempo vi accontentate delle mie slide (ben lieto di discuterle) e della pagina Facebook “Città sostenibile“, ambizioso progetto di social sulle smart cities.

Attendo suggerimenti e commenti.

 

 

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