Vorrei spiegarvi perché ho impostato un mio recente intervento sulle Smart Cities attorno ai concetti di “Innovazioni, costumi, killer application, viralità”.
Sono sempre di più convinto che l’innovazione si afferma quando è accompagnata da comportamenti umani che la rendono “virale”.
Ciò vale sia quando i comportamenti umani sorgono spontaneamente di fronte ad un avvenimento –un prodotto-, sia quando sono indotti.
Nell’epoca dell’Information technology il ruolo degli “evangelist digitali” é spesso quello di fare emergere bisogni di prodotti.
Il transistor ha sostituito la valvola termoionica, ha rivoluzionato le trasmissioni, ma senza la radiolina portatile, Elvis Presley e “Tutto il calcio minuto per minuto”, il transistor sarebbe stata una straordinaria, inutile, invenzione.
Senza il web e la possibilità di postare e di linkare, il computer sarebbe rimasto largamente (anche il Mac) uno “strumento per luoghi di lavoro”, non sarebbe mai entrato nelle nostre case con la diffusione virale che oggi lo contraddistingue.
Egualmente, senza i social network, i device mobili non avrebbero trovato la killer application che li ha diffusi in tutto il mondo, cambiando così il nostro modo di comunicare e di condividere contenuti.
La lezione é che non bisogna mai confondere i contenuti (Elvis, una fotografia, uno scritto, un filmato) con i medium che li veicolano.
Il contenuto, la possibilità di diffonderlo e di condividerlo fa la fortuna del medium. Questa regola vale da qualche secolo.
Senza i contenuti umani il digitale resterebbe “una opportunità inesplorata”.
Perché ho associato queste riflessioni alla città “smart”?
Perché in larga parte “smart cities” é rimasto un aggettivo, una “attribuzione di una qualifica”, ma é una città senza contenuti innovativi.
Se vogliamo rilanciare correttamente il tema delle smart cities e trasformarlo davvero in una politica per la crescita delle aree urbane, abbiamo bisogno di trovare persone, prodotti, contenuti, killer application.
Abbiamo bisogno di viralità.
Le tecnologie, seppure in costante trasformazione, ci sono già tutte, utilizziamole senza farci prendere dalla quotidianità.
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