Riordinando vecchi articoli (Corriere Economia 20 giugno 2011), ho trovato un intervista di Maria Teresa Cometto a Charlene Li.
Charlene Li è la fondatrice di Altimeter, si occupa, tra le altre, di integrazioni tra uso dei social media e gestione aziendale.
Ciò che mi ha colpito (ve lo sottopongo per ogni considerazione) è un passo dell’intervista.
Chiede l’intervistatrice: “Molte aziende limitano la libertà dei loro dipendenti di accedere ai social media in ufficio: sbagliano?” Risposta: “Hanno paura della perdita di produttività o che i lavoratori facciano commenti online imbarazzanti, o peggio, passibili di querela. Ma i dipendenti possono usare il loro telefonino o passare più tempo in bagno o nella pausa caffè: Non è una questione di social media, ma manageriale. Se responsabilità e obiettivi sono chiari, la perdita di produttività non dovrebbe essere un problema.”.
Appunto: imparare a lavorare per obiettivi, responsabilizzando i collaboratori.
Forse, pensate alla Pubblica Amministrazione italiana, è un problema di managerialità e di capacità di CONDIVIDERE obiettivi.
1 risposta su “Top manager illuminati e uso dei social media”
Ambito molto interessante.
Oltre ai problemi che evidenzi, condivisibili, vi e’ anche a mio avviso un problema culturale. L’interesse pubblico e la trasparenza sono spesso subordinati a priorita’ altre, diffusamente praticate, che costringono gli attori ad allontanarsi da valori primari, anche per proprio potere.
Questo non e’ un problema solo della pubblica amministrazione.