Ci risiamo, periodicamente il mondo degli albergatori, o dei ristoratori, si scatena contro Trip Advisor (o similari).
In questi giorni si sono alternati gli albergatori liguri, i veneziani ecc.ecc..
Naturalmente per lanciare i loro strali (assolutamente inutili tipo, “chiudiamo Trip Advisor”), oltre ai media tradizionali, hanno usato Facebook, Twitter ecc.. Una bella contraddizione!!!
Sicuramente gli operatori del turismo hanno ragione quando affermano che il concorrente della porta accanto, protetto dell’anonimato, posta contro di loro.
Tuttavia trascurano che la stragrande maggioranza dei post vengono da persone assolutamente normali.
Guardano a Trip Advisor, ma non hanno mai studiato le gallerie fotografiche su Pinterest, Flickr, Instagram. Non guardano i filmati su You Tube.
Inutile piangere ed arrabbiarsi, il mondo è social, soprattutto nel turismo.
Secondo una ricerca resa nota recentemente da Google, nel 2011 il 53% dei viaggiatori business venivano influenzati nelle loro scelte finali dal web (il 37% leasure); per il 69% dei viaggiatori business la pianificazione del viaggio avviene attraverso il web (il 62% leasure); prima di pianificare un viaggio si visitano di media 22 siti web attraverso 9,5 sessioni di ricerca; il turista business usa per il 70% il mobile (smartphone/tablet) come strumento di prenotazione e di check. I viaggiatori usano poi condividere attraverso video, foto, socialnetwork i loro viaggi. (Il 26% dei viaggiatori business pubblica video di viaggio -il 11% leasure-, il 52% dei business pubblica foto ecc.).
Il turismo è il luogo -l’economia- dove la domanda è più avanzata dell’offerta.
Volenti o nolenti gli albergatori italiani devono farsene una ragione ed entrare, a pieno titolo, nel mondo social. Ciò però implica abbandonare l’autoreferenzialità e la rendita di posizione che spesso li ha contraddistinti.
Francamente non perderei tempo con forme di neo luddismo, ma comincerei ad entrare nei “mondi nuovi” accettandone le logiche intriseche.
E’ inutile anche nel turismo “change or die”.
15 risposte su “Tripadvisor, albergatori, luddismo, social network.”
Mi permetto di intervenire su questo post. Credo che ci sia una via di mezzo tra il change e il die. Ovvero Respect e Clear Rules, quelle che tutti gli altri social network (anche quelli da lei citati) purtroppo questo da troppo tempo su Tripadvisor non avviene.
Non sono un albergatore, non ho un hotel, ma lavoro al loro fianco ogni giorno. Ad un imprenditore che ogni anno investe migliaia di euro nella propria struttura non glis i può dire i “mondo è social”. Lo trovo svalutante e di una pochezza quasi imbarazzante.
Sono d’accordo che gli hotel debbano farsene una ragione e che il mondo della comunicazione sia cambiato radicalmente, ma non riduciamo tutto a un ” beh se non vi sta bene, chi se ne importa” .
Parliamo sempre di persone che si fanno un bel mazzo e che, più che da un punto di vista reddittuale, vengono psicologicamente colpiti da recensioni assurde, fasullee incredibili.
grazie per lo spazio.
Caro Nicola, figurati se mi permetto di minimizzate l’attività di coloro che “si fanno il mazzo”.
Spesso si fanno il mazzo con la testa rivolta al passato. Quanti fanno una seria promozione pensando social, e non “carta” alle fiere?
Quanti pensano che il turista non è un numero, ma è una persona che ha esigenze singole. La concorrenza con gli altri paesi si fa così.
Quindi change or die.
Si limitano i danni di TripAdvisor (danni a volte generati dal concorrente della porta accanto) creandosi una seria reputazione web. Web e social non sono solo TripAdvisor. Questa cultura manca alla stragrande maggioranza dell’offerta italiana….purtroppo!!!
non è nemmeno necessario passare direttamente dalla carta al “social”. Molti albergatori vedrebbero molti più clienti semplicemente iniziando a rispondere alle email. Vedi, questo, di cui potrei fornire tanti esempi anch’io:
http://blog.imprenditore.me/2012/08/di-servizio-al-cliente.html
e notare l’ultima frase di quel post
[…] ho scritto sull’emergente neo luddismo degli operatori del turismo di fronte al mondo […]
Eh si, change or die!
Michele,
Scusami per l’autopromo, ma il tuo post mi ha suscitato un impulso personale.
Noi crediamo talmente nel modello del “merito” promosso dagli utenti che addirittura abbiamo messo in piedi una startup dove si possono esprimere opinioni sui servizi che usiamo tutti i giorni… e speriamo di fare qualcosa di utile.
Se ti interessa siamo qui: Oltre il Passaparola
Scusa era finito nello spam…risolto
Michele, ovviamente concordo sul “change or die” ( ci lavoro su questo! ) ma “Tripadvisor” sfrutta uno squilibrio che è quello della popolarità già acquista e che gli conferisce, non meritata, una patina di verità assoluta. Sostanzialmente: io posso essere anche bravissimo con la mia attività nello sfruttare le opportunità digitali ma se 5 miei competitor scrivono 5 recensioni negative a testa su di me e queste finiscono si TA che ha infiniti mezzi più di me per farsi vedere, cosa posso fare io?
Hai ragione, non sto difendendo Trip Advisor. Il problema è che l’opinione sugli alberghi (ristorazione ecc.) non vengono solo da Trip, ma da tutto il web.Consentimi una battuta (abbastanza vera) i nostri albergatori usano il fax quando il mondo usa il jet….
Utilizzo da tempo gli strumenti messi a disposizione da Internet per prenotare i miei viaggi. Consulto anche Tripadvisor, ma con giudizio.
Il fenomeno che ho potuto notare è che albergatori Turchi o Olandesi o Spagnoli sono molto attenti ai giudizi che ricevono. Perchè invece di combattere la “rete” gli albergatori italiani non la utilizzano anche per comprendere quale è la reale percezione del servizio che erogano da parte dei clienti?
Ciao Michele,
Avevo postato un commento qualche giorno fa ma non lo vedo.
Scusa Davide ciò che c’é è qui. Riposta…scuse da Word Press
Grazie mille.
Ciao
[…] Tripadvisor, albergatori, luddismo, social network. « MicheleCamp …Ci risiamo, periodicamente il mondo degli albergatori, o dei ristoratori, si scatena contro Trip Advisor (o similari). In questi giorni si sono alternati gli albergatori …www.michelevianello.net/archives/3031 […]
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