Un bell’articolo di Aldo Grasso pubblicato sul Corriere della Sera di Sabato 27 marzo 2010 (Campagna elettorale, così il web ha cambiato le regole del gioco) spiega come ormai i media tradizionali, la televisione in primis, giocano un ruolo non più essenziale in una campagna lettorale.
Il fenomeno era già stato colto, ormai i social network vengono usati con sempre maggiore frequenza dal mondo della politica, piccolo o grande che sia.
Naturalmente i risultati non sono sempre dei migliori. In questi giorni si sono moltiplicati coloro (candidati) che si sono offerti “come amici”. La rete va vissuta, non è un mezzo degli ultimi giorni della campagna elettorale.
Ciò che però va sottolineato è come il WEB, anzi la convergenza del WEB con i media tradizionali, stia soppiantando, anche nell’immaginario collettivo, l’onnipotenza della Televisione.
In discussione non sono i contenuti (a volte al di sopra delle righe, vedi Santoro) quanto piuttosto come ogni forma di censura è sorpassata dall’uso dei social network e del WEB.
Avvilisce, in tutti i casi, la televisione di stato che, nonostante il canone preteso, abdica ad ogni suo ruolo. Una vera e propria vergogna!
I format di Enrico Mentana e lo show di Michele Santoro dimostrano come la televisione sia soppiantabile come unico strumento di comunicazione.
In Italia dove da oltre un quindicennio lo scontro politico si gioca attorno al possesso esclusivo dei media tradizionali ciò avrà un effetto dirrompente.
Alla luce di tutto ciò si comprendono bene i tentativi reiterati di una parte della politica di limitare l’uso del WEB, e anche per questo va colto tutto il valore che molti di noi attribuiscono alla battaglia per garantire la “neutralità della rete”.
Nel mio libro “VE 2.0” il tema del rapporto tra la politica e la libertà della rete lo ho affrontato diffusamente.
http://www.marsilioeditori.it/component/marsilio/libro/3179952-ve-20